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Sinossi autunno 2024

L’autunno 2024 risulta relativamente mite e maggiormente piovoso rispetto alla media, come rappresentato nei grafici 1a, 1b, 1c, 1d. Per quanto riguarda l’andamento termico medio, in montagna è stato il settimo autunno più mite degli ultimi 30 anni e che il valore medio per la montagna è stato superato di 0,7°C. In pianura lo scarto positivo è stato minore con un solo mezzo grado sopra la media, scostamento che colloca l’autunno 2024 al nono posto degli autunni più miti degli ultimi 30, ma ben al di sotto dell’autunno precedente (2023) che era stato mediamente 2°C più mite di questo. Sulla pedemontana situazione identica alla pianura, con uno scarto positivo pressoché identico: 0.5°C e decimo rango degli ultimi 30 anni. A livello regionale l’autunno 2024 appare come leggermente più mite rispetto alla media trentennale di riferimento (1990/2020), di 0.8°C. La sommatoria delle piogge è superiore alla media in montagna, superando di poco il 25 percentile; si tratta dell’ottava stagione più piovosa degli ultimi 30 anni, ma sulle Prealpi le precipitazioni sono assai più abbondanti sfiorando il 75 percentile e collocandosi al quinto gradino sugli ultimi 30 anni. Pluviometria ugualmente anomala in pianura, appena sotto il 90° percentile e, come per la pedemontana, al quinto posto degli ultimi 30 anni. Complessivamente a livello regionale gli apporti pluviometrici autunnali del 2024 sono tra i 5 anni più piovosi degli ultimi 30 anni, appena sotto il 75° percentile, cioè decisamente superiori alla media; mediamente su tutta la regione sono caduti 480 mm contro i 340 mm medi, quantitativi più che apprezzabili, specie sulle Prealpi dove si sfiorano i 600 mm stagionali. Lo scarto regionale è +29% rispetto alla media stagionale.

I grafici a palline mostrano le precipitazioni e temperture dell’autunno 2024 per la montagna (Fig. 1a), la pianura (Fig. 1b), la pedemontana (Fig. 1c) e l'intera regione (Fig. 1d).

Fig. 1a - Precipitazione e temperatura media in Montagna

Fig. 1b - Precipitazione e temperatura media in Pianura

Fig. 1c -Precipitazione e temperatura media sulla Pedemontana

Fig. 1d - Precipitazione e temperatura media in Veneto

Settembre 2024

Il mese di settembre 2024 inizia con il mantenersi del promontorio di matrice mediterranea, nonostante un lieve cedimento in quota. Pertanto il tempo è bello e perlopiù stabile con mantenimento del contesto termico caldo, anche molto caldo nelle conche prealpine e in pianura con punte oltre i 32/33°C nelle prime ed oltre i 34/35°C sulla seconda. Il contesto perlopiù stabile non impedisce qualche focolaio temporalesco. Il primo sui Lessini con temporale nel tardo pomeriggio su Bosco Chiesanuova (22.8 mm) e il secondo focolaio tra l’alto Cadore ed il Comelico con forte temporale a Santo Stefano di Cadore tra le ore 18 e le 19, con 42.6 mm. Ovviamente si combinano gli effetti convettivi e il lieve cedimento dell’alta in quota, accadono eccezioni alla stabilità con qualche forte temporale convettivo. Il giorno 2 la situazione rimane la stessa, ma le condizioni d’instabilità convettiva, seppur molto localizzate, sono assai più marcate con temporali più forti, in particolare quello che si verifica nel settore del Pasubio con 57.2 mm a Turcati (Recoaro Terme), 59.8 mm a Staro (Vali del Pasubio) e 95.6 mm al Rifugio la Guardia (Recoaro Terme). Altrove ci sono brevi rovesci come sull’Ampezzano, le vette Feltrine e la parte occidentale dell’Agordino, mentre sulla maggiore parte del territorio il tempo rimane bello e caldo. Il 3 la situazione sinottica rimane la stessa con il presidio del promontorio mediterraneo e qualche locale effetto convettivo, ma di minore importanza rispetto al 2, si tratta perlopiù di qualche piovasco o rovescio. La zona più interessata dai fenomeni è sotto i Lessini con rovesci un po’ più significativi, come a San Giovanni Ilarione, dove cadono 13.2 mm e Santa Caterina (Val d’Agno) con 11,8 mm. Il 4 l'alta pressione mediterranea resiste, nonostante l'ulteriore avvicinarsi della saccatura legata ad un profondo minimo sceso sulla Scozia, responsabile del richiamo di correnti meridionali di aria relativamente calda e mediamente umida. Pertanto tra il riscaldamento diurno in grado d'innescare la convezione e la connessa attività cumuliforme delle ore più calde, assieme ad una lieve curvatura ciclonica, l’attività cumuliforme si sviluppa e determina qualche locale piovasco o rovescio, ma su porzioni di territorio molto limitate: Alpago, Comelico ed estreme zone occidentali dell’Alto Agordino, mentre altrove il tempo rimane in prevalenza soleggiato e piuttosto caldo. Alla sera dello stesso giorno, tuttavia, sulla parte meridionale del Veneto, il tempo inizia a peggiorare con i primi forti temporali (fino a 25.4 mm a San Bellino e 45.4 mm a Trecenta); si tratta dei primi effetti di una goccia fredda situata nel golfo di Biscaglia con protuberanza verso il nord Italia. Goccia fredda che determina una spiccata fase di maltempo sul Veneto nella giornata del 5. Il maltempo inizia nella notte sulla pianura e si trasferisce rapidamente verso i monti nel corso della mattinata. Dopo la prima fase pluvio-temporalesca che percorre tutto il Veneto da sud verso nord, un intervallo di variabilità viene osservato, prima che una seconda fase di tempo perlopiù perturbato interessi gran parte della regione con nuove piogge e qualche focolaio temporalesco. Le precipitazioni sono significative su buona parte della regione, localmente abbondanti sulla pedemontana vicentina e veronese. Sulla pianura cadono mediamente 20-40 mm, salvo poche eccezioni; sulla pedemontana da 40 a 70 mm e localmente fino a 80-100 mm, come a Marano di Valpolicella con ben 104.4 mm. L’unico settore che rimane un po’ più marginale rispetto al resto della regione sono le Dolomiti, dove cadono da 5 a 20 mm, localmente un po’ di più su quelle meridionali con 25-30 mm. Il giorno 6 si conserva un flusso meridionale di aria molto umida e continua a piovere sui monti, ma non sulla pianura. I fenomeni perdurano qua e là fino alla tarda mattinata, prima che il tempo migliori ovunque. Questo breve peggioramento si esaurisce con ritorno del sole al mattino e qualche disturbo convettivo al pomeriggio, mentre il minimo si allontana verso il nord della Francia. Il giorno 7 il formarsi di una dorsale riporta condizioni migliori in un ambiente termico di nuovo assai caldo per il periodo. L’unica insidia è legata alla presenza di stratocumuli e di nubi basse su alcuni settori montani, copertura che non determina altro che un ritardo nella comparsa del sole. La giornata risulta essere particolarmente mite in quota per avvezione meridionale di aria calda (zero termico oltre i 4400 m). In pianura si osservano valori tra 28 e 29°C, localmente fino a 30°C. Nelle conche prealpine 26/27°C e a 1000-1200 m 21-24°C. In alta quota, come già accennato, l’avvezione calda riporta valori elevati per il periodo con 14-15°C a 2000-2200 m e 6.7°C in Marmolada a 3250 m. Il giorno 8 la dorsale lascia spazio ad una nuova saccatura che riaggancia la goccia fredda finita sulla Bretagna, situazione che determina una nuova fase perturbata/instabile, preceduta da richiamo sciroccale, già nella tarda mattinata sulla pianura e dal primo pomeriggio in poi sul resto del territorio regionale. Fase di maltempo assai intensa con fenomeni temporaleschi di forte intensità. Nell’arco del pomeriggio e della sera cadono mediamente da 20 a 40 mm, localmente meno tra il sud della provincia di Padova e sulle parti meridionali del Vicentino e del Veronese. Al contrario alcuni settori sono interessati da precipitazioni abbondanti, come la pedemontana, spesso oltre i 50-60 mm, e buona parte del Trevigiano. I massimi sono sulle Prealpi bellunesi con 89.6 mm a Valpore e sulla pedemontana Veronese con 80.8 mm a San Giovanni Ilarione. Ovviamente con il maltempo le temperature calano sensibilmente, anche di 5-7°C rispetto al giorno prima. Il giorno 9 proseguimento del maltempo e calo termico per transito dell'asse di saccatura. Il cielo è coperto quasi ovunque e nella notte cadono da 20 a 30 mm sui monti e da 20 a 60 mm sulla pianura più orientale, assieme ad una fase temporalesca in fase di attenuazione al primo mattino. In seguito la configurazione rimane ciclonica con presenza di aria molto fresca in quota. Il 10 risulta essere una giornata di tempo buono sui monti, con qualche stratocumulo mattutino, in diradamento, e anche in pianura il tempo è piacevole, un po’ fresco all’alba, ma poi il sole consente alle massime di raggiungere valori apprezzabili per il periodo: 27/30°C in pianura, 26/27°C nelle conche prealpine, 22/24°C a 1000-1200 m nelle valli Dolomitiche e temperature positive fino in vetta alla Marmolada con 3.1°C dopo i -2.6°C del primo mattino. Ma in questa giornata di tempo buono un disturbo di una certa rilevanza genera una cella temporalesca su parte delle provincie di Venezia e di Treviso, probabilmente interessate da linee di convergenza (venti che convergono, dopo una giornata calda nei bassi strati atmosferici, mentre la presenza di aria fredda in quota facilita la convezione innescata nei bassi strati). Il risultato di questo cocktail si manifesta con qualche focolaio temporalesco, uno particolarmente intenso con vero nubifragio: 140 mm a Nervesa della Battaglia nel settore del Montello, ma anche 48 mm a Venezia (Istituto Cavanis). Il giorno 11 l’avvicinarsi di una saccatura atlantica che richiama correnti meridionali di aria via via più umida sul Veneto con primi sporadici fenomeni sulle Prealpi nel primo pomeriggio e piogge abbondanti e temporalesche sul litorale orientale in serata. Di fatto la suddetta saccatura giunge sulla nostra regione in serata con peggioramento del tempo e primi forti temporali con flusso sciroccale responsabile di un episodio di acqua alta a Venezia nella giornata del 12. L’asse della saccatura transita nella giornata del 12 con tempo perturbato, localmente fortemente perturbato. Nel contempo l’aria fredda fa il suo ingresso sulla nostra regione determinando fenomeni temporaleschi sul alcuni settori pianeggianti e il ritorno della prima neve in montagna. Tra l’11 e il 12 gli apporti pluviometrici sono mediamente di 30-50 mm, localmente fino a 60-80 mm tra pedemontana e Prealpi, anche fino a 102.8 mm a Conegliano e 98 mm a Vittorio Veneto. L’unica zona rimasta ai margini della perturbabilità è la provincia di Rovigo dove piove poco o addirittura niente. La neve in montagna scende a 1300-1400 m sulle Dolomiti settentrionali, ma attecchisce solo oltre i 1500m, mentre non scende sotto i 1800-1900 m sulle Prealpi. Gli spessori raggiungono 15-25 cm tra i 1900-2200 m, anche di più oltre i 2500 m con massimi di 40-50 cm di neve ventata. Le foto seguenti (Fig. 2a e 2b) consentono di apprezzare la coltre bianca arrivata prematuramente sui monti veneti. Nei quattro giorni consecutivi il Veneto viene interessato da flussi settentrionali di aria molto fresca, anche fredda in quota (-11°C/-10°C a 3200 m e -2/-1°C a 2000 m) con forte flusso da nord che viene convogliato da una depressione pressoché stazionaria centrata sulla vicina Slovenia. Il contesto termico rimane freddo in alta quota e molto fresco a bassa quota, i massimi non superano i 12-14°C nei fondovalle prealpini, i 10°C a 1000 m e non oltre i 18°C sulla pedemontana. Occorre scendere sul sud della regione per toccare i 22-24°C, lì dove il sole consente alle temperature diurne di salire. Nello stesso tempo le minime scendono fino a -1/-2°C nei posti solitamente più freddi tra 1200 e 1600 m (record di -2.3°C su Passo Campolongo). In montagna le prime brinate notturne si verificano fino sugli 900-1200 m tra il 17 e il 18 sia per la cessazione del Foehn che per la notte sereno favorevole all’irraggiamento. Il giorno 18, nonostante il persistere della circolazione ciclonica legata al minimo centrato ad ovest della Sardegna, la situazione migliora con prevalenza di sole sulla parte montuosa del Veneto grazie ad un’avvezione di aria più secca dai quadranti orientali, mentre il tempo è variabile/instabile con piogge intermittenti e rovesci sparsi. I fenomeni sono più significativi sui confini meridionali, cioè a ridosso dell’Emilia Romagna. Il giorno 19 la situazione sinottica rimane ciclonica per la presenza della depressione tra Sardegna e Corsica, il cielo è perlopiù nuvoloso e ci sono rare piogge sulle Dolomiti e qualcosa anche sull’estremo Veneto meridionale in corrispondenza del maltempo in fase di attenuazione sull’Emilia-Romagna. Il 20 l’allontanamento verso ovest del minimo di pressione e l’instaurarsi di una sella anticiclonica tra l’alta africana e quella del centro nord europeo determina una situazione discreta, anche se con prevalenza di nubi, ma senza fenomeni o quasi. Nel fine settimana del 21 e 22 la sella anticiclonica tende a consolidarsi favorendo condizioni di tempo buono e stabile, anche un po’ più mite grazie all’avvezione di aria leggermente meno fresca. Le temperature risalgono a tutte le quote superando i 23/24°C in pianura, i 20/21°C nelle conche prealpine e raggiungendo i 18/19°C a 1000 m. La sera del 22, ma soprattutto nella giornata del 23, la depressione secondaria formatasi sui Balcani inizia a spostarsi in modo retrogrado avvicinandosi al Veneto per posizionarsi sul centro Italia convogliando correnti d'aria inizialmente umida. Pertanto il tempo della notte risulta leggermente variabile/perturbato e lo rimane nella giornata con piogge diffuse e localmente abbondanti, eccetto la parte più meridionale della regione. Cadono mediamente da 20 a 40 mm su gran parte del centro nord della regione, localmente oltre i 40-80 mm e in alcuni casi si superano i 100 mm, come a Grumolo delle Abbadesse (130 mm). Maltempo che si manifesta assieme a un leggero calo termico per il transito del nucleo di aria più fredda connesso al minimo sopra citato. Nella giornata del 24, tranne il residuo maltempo della notte, il disporsi delle correnti ad oriente e l’avvezione di aria molto più secca garantiscono una giornata buona con sole e qualche annuvolamento medio-alto, assieme ad un rialzo termico. Il miglioramento persiste anche nella giornata del 25, pur rimanendo in un contesto leggermente ciclonico. Il 26 la depressione continua a imperversare tra la Corsica e la Sardegna con molte nubi e diffuse piogge sui monti veneti, mentre la situazione non è più in stabile in pianura, pur conservando un cielo spesso nuvoloso. Cadono da 1 a 6 mm sulla pedemontana e da 4 a 20 mm sui monti, anche fino a 40-60 mm sulle Prealpi, dove lo Stau incrementa in maniera sensibile la quantità di pioggia, specie nei settori esposti a sud-est (massimo di 49.6 mm a Fortogna – Longarone). Il giorno 27 stesse condizioni, ma con il passaggio di un fronte freddo, poco attivo sul Piemonte e via via più cospicuo con lo spostarsi verso levante. Pertanto una fase perturbata/instabile interessa il Veneto, con piogge assai diffuse, rovesci e qualche temporale. Piove su tre quarti della regione e solo i settori litorali ed il Rodigino rimangono non interessati. Le piogge sono abbastanza significative ed ancora una volta sulle Prealpi e la pedemontana con 20-50 mm, mentre altrove sono perlopiù comprese tra 5 e 10 mm, localmente fino a 20 mm. Nella giornata del 28 il tempo rimane inizialmente instabile sui monti per la permanenza della circolazione ciclonica e le infiltrazioni di aria fredda in quota. Piove di notte e ci sono rovesci in mattinata, nevosi fino sui 2400-2500 m. In pianura il tempo è migliore al mattino, prima che i rovesci e i temporali si manifestino dalla tarda mattinata in poi, specie sulle zone centro-meridionali. Le temperature scendono un po’ nonostante i momenti soleggiati del mattino in pianura e del pomeriggio sulle Dolomiti. Il 29 e il 30 il tempo torna ad essere stabile, asciutto e soleggiato grazie alla presenza di una dorsale e a un’avvezione di aria fresca e secca, anche se la nuvolosità appare in alcuni casi estesa sulla fascia prealpina. Le notti sono fresche e le giornate relativamente miti grazie al buon soleggiamento. Si raggiungono i 22/24°C in pianura e i 18/20°C nelle conche prealpine. Un po’ meno nelle valli alpine per maggiore raffreddamento notturno e deficit termico. Il mese di settembre si chiude lasciando la sensazione di essere stato decisamente più autunnale di quanto non lo fosse stato negli anni precedenti; si tratta di fatto di uno dei più piovosi degli ultimi decenni sia in pianura che in montagna come si può vedere sul grafico (Fig. 2c), le cui barre collocano il mese di Settembre 2024 al primo posto degli ultimi 30 anni. Ben due terzi della regione sono oltre i 200 mm, un terzo oltre i 250 mm, con massimo è di 468 mm al Rifugio la Guardia (Recoaro terme), mentre il minimo è stato osservato a Bagnolo di Po - Pellizare con 50.2 mm.

Fig. 2a

Fig. 2b

Fig 2a e Fig 2b: manto nevoso precoce sui monti veneti, 11/12 settembre 2024

Fig 2c - Precipitazioni e temperatua media in Veneto - settembre 2024

Ottobre 2024

Il mese di ottobre 2024 inizia con l’avvicinarsi di una saccatura atlantica associata ad un profondo minimo centrato sulla manica. Pertanto il cielo si copre per nubi alte e medie stratiformi e le temperature diurne si abbassano. Verso sera le prime deboli piogge cadono sulle Prealpi occidentali, prima di estendersi al resto della montagna veneta tra la tarda serata e la notte. Il giorno 2, mentre la depressione scivola verso la Germania e la Danimarca, l’asse di saccatura transita sul Veneto determinando un episodio perturbato con piogge diffuse al mattino, localmente anche di moderata intensità. La neve cade sopra i 2700-2800 m. Al pomeriggio il sistema nuvoloso scivola verso levante lasciando spazio a schiarite. Il giorno 3 un secondo asse di saccatura transita sulla nostra regione, prima che si formi una depressione chiusa sul centro nord Italia determinando una fase di maltempo su tutto il Veneto. Di fatto il tempo risulta perturbato con precipitazioni che dai settori orientali invadono tutto il Veneto per ritorno da est. Si tratta di fenomeni diffusi, localmente abbondanti. Inizialmente il limite della neve rimane oltre i 2400 m e tende ad abbassarsi fino sui 2000 m al pomeriggio e sotto i 1800 m alla sera. Gli effetti della goccia fredda (depressione in quota) continuano anche per gran parte del 4, almeno in montagna e sulla pianura settentrionale, mentre la parte meridionale e le pianure occidentali del veronese sono ai margini della perturbabilità. Complessivamente cadono da 30-60 mm in 36/48 ore, anche 60-80 mm tra la pianura centro-settentrionale e la fascia prealpini, localmente fino a 120-160 mm sul litorale veneziano orientale e addirittura fino a 256 mm a Roncadin (Chies d’Alpago). In alta quota si misurano da 30 a 55 cm a 2000-2200 m, in alta montagna oltre i 2500 m, solo nei posti non ventati, si raggiungono i 65-65 cm di neve fresca. Dopo tale episodio una piccola dorsale favorisce un miglioramento del tempo nella giornata del 5, ancora con parecchia nuvolosità medio-alta stratiforme nelle prime ore del giorno, prima che le schiarite si facciano strada al pomeriggio, assieme ad un calo termico per ingresso di aria assai più fresca. Il giorno 6 la dorsale garantisce tempo stabile e ben soleggiato al mattino, mentre sottili velature raggiungono il Veneto al pomeriggio. Le temperature rimangono sotto le medie del periodo, nonostante il sole, valori che in realtà risentono dei bassi valori iniziali per netto raffreddamento notturno. Il giorno 7 mantenimento della dorsale con mattinata stupenda sulle Dolomiti, meno altrove sia per nubi basse sulle Prealpi che per copertura stratiforme media sulla pianura. Al pomeriggio, l’approssimarsi di una nuova saccatura atlantica, ex ciclone tropicale Kirk, determina in un primo tempo un aumento della nuvolosità senza fenomeni, salvo deboli ed intermittenti precipitazioni sulle Prealpi occidentali da metà pomeriggio in poi. Il giorno 8 l’ex ciclone Kirk, ormai diventato una tempesta extratropicale delle medie latitudini (minimo di 985 hPa) si avvicina all’Europa nel cuore di una profonda e vasta saccatura. Pertanto correnti sciroccali di aria via via più satura raggiungono la nostra regione assieme al transito di un primo asse (fronte freddo); la dinamica è vigorosa e gli effetti Stau notevoli, pertanto i cumuli di pioggia sono mediamente di 50-80 mm, un po’ meno sulle estreme zone del nord-est dolomitico e assai meno sul sud della regione, mentre sulla pedemontana e su gran parte delle Prealpi si va oltre i 120-150 mm con una punta di 279.8 mm a Valpore a ridosso del Monte Grappa. Sui confini orientali con il Veneto, la stazione friulana di Piancavallo riceve 359.2 mm. Nel contempo, l’avvezione di aria assai mite provoca la fusione della neve sotto i 2200-2400 m e limitata i nuovi apporti alle cime oltre i 3000 m. Il giorno 9 una temporanea rimonta barica e la presenza di una piccola dorsale post frontale favoriscono un breve miglioramento del tempo, però nel tardo pomeriggio l’avvicinarsi di un secondo fronte freddo determina un nuovo ma più blando peggioramento, con piogge diffuse di minore entità, mediamente 15-25 mm in 30 ore con punti di 80-90 mm sui settori prealpini solitamente più piovoso (Rifugio la Guardia, Turcati, Passo Xomo). La parte centro-meridionale della regione non viene interessata dalle precipitazioni. Se consideriamo la carta della sommatoria delle precipitazioni dei due eventi (8 e 10 Ottobre), cioè corrispondente al totale delle precipitazioni in un arco di tempo di 72 ore (Fig. 4a), si nota che senza essere su valori alluvionali, i fenomeni sono risultati comunque abbondanti, localmente anche molto abbondanti con quantitativi massimi oltre i 300 mm. Dall’11 una nuova dorsale post frontale s'instaura sul nord Italia dove fanno il loro ingresso correnti nord-occidentali di aria più fresca e meno umida in grado di garantire tempo più soleggiato sui monti veneti anche se non del tutto stabile, mentre la molta umidità originata dalle abbondanti piogge degli ultimi tre giorni genera un estesa nuvolosità bassa nonché delle nebbie su gran parte della pianura e nelle depressioni prealpine e non solo. Dal 12 la situazione migliora ulteriormente per il consolidamento della dorsale, assieme ad un’avvezione di aria mite in quota per il periodo (zero termico a 3900 m il 14), ma senza che questo abbia un gran effetto negli strati medio-bassi sia per la nuvolosità che riduce il riscaldamento diurno che per la presenza anteriore di aria fresca, senza nessuna ventilazione per rimescolare lo strato limite (in prossimità del suolo) che pertanto rimane fresco. Di fatto, nonostante la presenza di un promontorio mediterraneo, correnti di aria umida in quota scorrono alle nostre latitudini riducendo il soleggiamento, ma niente di più in quanto la curvatura anticiclonica garantisce una certa stabilità. A livello di tempo sensibile, si tratta di tempo discreto, non particolarmente fresco, però il sole è decisamente deficitario. Dal 15 la situazione evolve un po’ con una saccatura atlantica in avvicinamento, ma il promontorio mediterraneo resiste e garantisce una bella giornata autunnale su gran parte della regione, con l’unico limite associato ad un po’ di nebbia notturna sulla pianura meridionale e sulla pedemontana, assieme a nubi basse mattutine nel catino Bellunese, in rapido dissolvimento. Il livello termico rimane piuttosto alto e piacevole per essere a metà ottobre. Dal 16 la situazione cambia con ulteriore indebolimento del promontorio e l’ulteriore e inesauribile avvicinarsi della vasta saccatura con minimo principale in prossimità dell'Irlanda e primi effetti legati all’aumento della nuvolosità ed alle prime precipitazioni nel pomeriggio/sera. Fenomeni che interessano dapprima il Veronese, poi il Vicentino, poi gradualmente il resto de territorio regionale in serata e nella notte successiva. Nella giornata del 17, il flusso meridionale e la maggiore ciclonicità mantengono condizioni di modesto maltempo tra la notte ed il primo mattino, il cielo rimane molto nuvoloso/coperto tutto il giorno e l’avvezione sciroccale tende ad intensificarsi. Nella serata del 17 una seconda fase di maltempo interessa il Veneto e si estende a quasi tutto il territorio regionale nel corso della notte e il mattino del 18. Episodio piuttosto intenso per il formarsi di un minimo secondario sul golfo del Leone, si tratta quindi di una configurazione sinottica di maggiore ciclonicità che dà luogo ad una depressione mediterranea. Dopo la fase perturbata della notte ed una breve pausa, nuovi impulsi di aria molto umida da sud-est determinano una ripresa della perturbabilità tra la pedemontana e i monti veneti, con forti piogge pomeridiane tra pedemontana e montagna, anche a carattere di rovesci. Pertanto piove su tutto il Veneto, in maniera debole sulle estreme zone meridionali e settentrionali: 5-15 mm, in modo significativo su la pianura centrale e alcuni settori dolomiti con apporti medi di 20-40 mm ed in fine copiosamente sulla pedemontana e sulle Prealpi, dove cadono fino a 60-80 mm e in qualche singolo caso anche oltre i 120-140 mm nei settori solitamente più piovosi, con punte massime in 24 ore di 145.8 mm a Tramedere in Cansiglio e 163.8 mm a Valpore. Nella giornata del 19 il minimo mediterraneo scivola verso sud fino a posizionarsi in prossimità della Sardegna, ma il suo raggio di azione è sufficientemente ampio per interessare ancora il Veneto con la quarta ondata di maltempo in cinque giorni. Il tempo peggiora di nuovo a partire dalla pianura sud-occidentale, poi la fascia Prealpina, sempre occidentale, prima che nel corso del pomeriggio il maltempo si estenda un po’ ovunque fino in tarda serata, localmente fino nella notte. Complessivamente in 5 giorni i totali pluviometrici sono significativi su almeno tre quarti del territorio regionale con apporti medi compresi tra 75 e 100 mm, meno sulle Dolomiti centro settentrionali e su tutta la zona litorale veneta, mentre sono considerevoli sulla pedemontana ed alcuni settori prealpini, come si può vedere sulla carta (Fig. 3b) con 100-130 mm e localmente oltre i 200 mm come al Rifugio la Guardia (Recoaro Terme): 250.8 mm e soprattutto Valpore con 274.6 mm. Dopo questi successivi episodi connessi alla prolungata presenza di una depressione chiusa sul Mediterraneo occidentale, il tempo tende a migliore in parte nella giornata del 20 per il formarsi di una sella anticiclonica al di sopra delle Alpi. In pianura il cielo rimane in prevalenza nuvoloso e relativamente fresco per forte ristagno di umidità nei bassi strati, mentre la situazione e leggermente migliore in montagna con qualche raggio di sole, specie al pomeriggio. Tant’è che le massime del giorno risultano più alte nelle conche alpine fino sui 1000 m rispetto alla pianura. Il giorno 21 una dorsale garantisce una bella giornata di sole in montagna e sulla pedemontana con cielo sereno o poco nuvoloso per transito di sottili velature, uniche eccezioni la Valbelluna e l’altopiano del Cansiglio, la prima per nubi basse e il secondo per nebbie, in entrambi i casi in veloce diradamento. Il contesto meteo è diverso in pianura sotto il fiume Adige che fa da confine tra il cielo sereno a nord e il persistere della nuvolosità a sud dello stesso corso d’acqua. Questo si riflette anche sulle temperature che sono più alte sotto le Alpi che non in corrispondenza del Po. 22/23°C sulla Pedemontana e 19/21°C nelle località di confine con l’Emilia-Romagna. Il giorno 22 il tempo rimane bello e stabile con gli stessi ingredienti: sole, cielo sereno o poco nuvoloso, salvo nubi basse nel catino bellunese nelle ore più fredde e nubi medie stratiformi sul sud della regione. Il livello termico aumento ancora un po’ con punte di 23/24°C in pianura, di 20/21°C nelle conche prealpine e fino a 16/18°C a 1000-1200 m sulle Dolomiti, un po’ meno alle stesse quote sulle Prealpi. Il 23 una piccola ondulazione, inserita in un flusso atlantico ondulatorio, transita a nord delle Alpi con il transito di un fronte freddo sulla nostra regione, dove il cielo è coperto e dove piove per gran parte del giorno, in maniera debole sulle Dolomiti ed un po’ più significativa sulle Prealpi e parte della pianura. I cumuli medi sono dell’ordine di 10-15 mm su buona parte della regione, anche 15-25 mm sulle Dolomiti nord-orientali e, come spesso accade fino a 40-50 mm sul settore del Pasubio e di Recoaro con una punta massima 50.8 mm. Ovviamente con il lieve/moderato maltempo, le temperature diurne calano di ben 6/7°C rispetto al giorno precedente con punte di 15/18°C contro i 23/24 del giorno prima in pianura, stesso scarto in montagna con meno 5/6°C delle massime. Il 24, dopo la fine del transito della suddetta ondulazione che determina forti e localizzate piogge notturne sulla parte sud-orientali della regione con 41.4 mm a Porto Tolle, si osserva un lungo intervallo di variabilità post frontale, in attesa dell’avvicinarsi di una nuova saccatura atlantica con minimo principale tra l’Irlanda e la Bretagna. La giornata si presenta molto uggiosa con cielo perlopiù coperto, assieme a pioviggini intermittenti e qualche piovasco o rovescio al mattino sui settori orientali della regione, ma non solo. Il giorno 25 Il tempo rimane sempre variabile/perturbato sulla parte centro-meridionale della regione a causa della stazionarietà del minimo mediterraneo, che tende a scivolare verso sud, mentre migliora sui rilievi, specie sulle Dolomiti, dove vi sono ampi rasserenamenti con nuvolosità irregolare. Continua a piovere a sud di una linea Venezia/Verona; 2-10 mm localmente un po’ oltre con 15 mm a Faedo (Cinto Euganeo), mentre più a nord solo qualche sporadico piovasco. Il 26 una nuova saccatura atlantica giunge sull’Europa nord-occidentale con il formarsi di una depressione chiusa sulla Bretagna. Il suo raggio d’azione è ampio e richiama ancora correnti d’aria umida su tutta la regione. Al mattino piove sulla pianura ed al pomeriggio il lieve maltempo si estende alla montagna. Sono piogge deboli o al più moderate con quantitativi relativamente modesti, compresi perlopiù tra 1 e 10 mm, solo qualche località del Padovano (Campodarsego: 16.6 mm), del sud della Provincia di Treviso (Ponte Piave: 18.4 mm) e della parte orientale della Provincia di Venezia (Bibione: 15.8 mm) sono interessate da piogge un po’ più copiose. Il 27 la pressione inizia ad aumentare, assieme ad un'avvezione di aria più secca in quota, ma non nei bassi strati, dove il tasso di umidità rimane assai elevato, limitando il soleggiamento per nuvolosità bassa e presenza di stratocumuli sui rilievi prealpini. Il 28 il tempo diventa sempre più stabile per il consolidamento del promontorio mediterraneo e della sella che lo collega all’alta pressione delle Azzorre. La conseguenza di tale consolidamento è il ritorno del sole dopo il diradamento delle iniziali nubi alte sui monti e dissolvimento delle nubi basse in pianura, pur conservando qua e là banchi di stratocumuli. Tutto questo in un contesto termico sempre mite per il periodo per la continua avvezione di aria proveniente da sud. Lo zero termico risale sopra i 3300 m e sembra che possa raggiungere i 4100 m entro la fine del mese. Dopo quattro settimane di maltempo prevalente, sembra che possa affacciarsi l’estate (estate di San Martino). Di fatto tra il 29 e il 31 l’anticiclone si rafforza continuamente e il tempo risulta ben soleggiato in montagna, anche in pianura e nelle conche prealpine, dopo dissolvimento delle nebbie o dei banchi di nubi basse formatasi durante le ore più fredde. Le temperature minime si abbassano un po’ per maggiore irraggiamento notturno, specie in montagna, mentre le massime sono anormalmente elevate con punte ben superiore alla norma: 24/26°C in pianura (massimo di 26.6°C a Villorba il 30 Ottobre e di 27°C a Noventa di Piave il 31 del mese), 20/21°C nelle conche prealpine più assolate e fino a 15/17°C a 1000-1200 m. Anche in alta quota la situazione termica appare assai anomala, specie dopo giorni e giorni di temperature troppo basse per il periodo. Sui passi Dolomitici a 2000-2200 m si va oltre i 10/12°C e sulla Marmolada il termometro non scende sotto zero e culmina a 6.3°C nella giornata del 31.

Fig. 3a Precipitazioni tra l'8 e il 10 ottobre 2024 in Veneto

Fig. 3b Precipitazioni tra il 15 e il 19 ottobre 2024 in veneto

Novembre 2024

Il mese di Novembre 2024 inizialmente si presenta stabile e ben soleggiato per quasi tutta la prima decade, salvo nubi basse e qualche nebbia durante le ore più fredde tra pianura ed alcuni fondovalle prealpini, ma spesso assenti dopo il sorgere del sole e prima del tramonto. L’unica differenza con la fine di ottobre è il lieve e temporaneo calo termico dovuto ad un’avvezione di aria di origine continentale, quindi un po’ più fresca. Queste condizioni sono collegato alla situazione di blocco chiamata “blocking High” nel gergo della meteorologia mediante la quale si parla di un’alta pressione pressoché stazionaria che impedisce alle perturbazioni di qualsiasi origine di avvicinarsi al settore interessato da questo campo di alta pressione. L’origine di queste situazioni è collegata a scala più ampia alle onde planetarie dette di Rossby (Cognome del Meteorologo che nel 1939 ha evidenziato questo tipo di circolazione). In breve queste situazioni permettono di vivere un’estate tardiva con contesto termico mite di giorno e fresco di notte in caso di buon irraggiamento, esattamente quel che accade tre il primo e il 7. Le giornate sono belle, le notti serene in montagna, a volte nebbiose in pianura, in alcuni casi con banchi di nubi basse limitatamente alle ore più fredde. Le temperature non sono più così alte come negli ultimi giorni di Ottobre sotto gli 800 m, ma tra il primo e il tre del mese raggiungono comunque i 22/24°C in pianura i 19/21°C nelle conche prealpine. Nello stesso tempo l’avvezione di aria particolarmente mite in quota favorisce un notevole rialzo termico (zero termico a 4282 m il primo novembre e a 4209 m il 3 del mese secondo i radiosondaggi di Udine Rivolto) con punte di 16/18°C a 1000/1200 m, di 15°C a 1500 m, di 13/14°C a 2000-2200 m e di 8°C a 3250 m sulla Marmolada. A 2000 m i valori sono simili a quelli osservati sul litorale veneto dove le nebbie persistono tutto il giorno per ingresso di aria un po’ più fresca ed umida dai quadranti orientali. Nelle notti particolarmente serene il termometro scende sotto zero sugli altipiani prealpini (-2/-3°C ad Asiago, e a Cansiglio-Tramedere). Nello stesso tempo una curiosità sconosciuta ai più, l’incredibile andamento termico di una dolina sull’altopiano dei sette comuni, dove si misurano valori di -12/-13°C di notte (irraggiamento notturno), mentre il termometro sale a 14/15°C in giornata, cioè con un’escursione termica giornaliera di ben 27/28°C di differenza (Fig. 4a) (Dolina Campoluzzo - Monte Lozze). Sono situazioni atipiche, ma consuete di questi luoghi particolari durante le belle giornate autunnali. Le brinate sono frequenti, anche nelle valli dolomitiche a lungo in ombra, ma assenti oltre i 1300-1500 m. Ad Arabba ed a Cortina le minime non scendono sotto i 4°C nella prima località e i 6°C nella seconda, addirittura 8°C il 4 all’alba. Lo stesso in alta montagna, basti pensare che in Marmolada il gelo è assente dal 31 ottobre e dall’allora il termometro non scende sotto i 2.2°C di minima tra il primo e il 5 Novembre, situazione decisamente anomala alle quote più alte della regione. Da quando esistono le misure termiche a Punta Rocca sulla Marmolada, non era mai successo che in Novembre ci fossero 7 giorni consecutivi senza gelo, i massimi giorni consecutivi e spesso gli unici del mese corrispondono a 2 giorni consecutivi nel 2009 e nel 2015, mentre per la maggiore parte degli anni non c’è nessun minimo sopra lo zero a quella quota. Considerazione che dà la misura dell’eccezionalità di questo periodo mite in alta quota. Ovviamente con queste condizioni ci sono inversioni termiche notturne: 5°C di meno a Belluno e a Feltre rispetto ad Arabba nella mattina del 4 Novembre. Il giorno successivo fa più freddo nel catino bellunese che non sulla cima della Marmolada: 0.4°C a Santa Giustina contro l’1.5°C di minima in Marmolada. Dal 7 le temperature iniziano a scendere un pochino sia per un’avvezione di aria più fresca da est che per un maggiore irraggiamento notturno, ma la mitezza diurna continua, almeno negli strati medio-bassi della montagna veneta, addirittura fa più caldo nel catino bellunese ed a 800-1000 m rispetto alle massime osservate in pianura. L’8 ulteriore lieve flessione delle temperature con gelo notturno un po’ più generalizzato in montagna ed in molte località del catino bellunese, dove si tratta in alcuni casi delle prime gelate dell’autunno, come a Belluno con -0.1°C. Di contro persiste una certa mitezza diurna, specie alle quote medio-basse. Il giorno 9 il tempo rimane stabile, ma a differenza dei giorni precedenti, nubi alte e medio-alte limitano il soleggiamento e le temperature massime flettono leggermente verso il basso, ma solo di 1 o 2°C. Tra il 10 e l’12 la situazione anticiclonica persiste regalando delle bellissime giornate tardo-autunnali man mano più fresche sia per il forte irraggiamento notturno che per la graduale riduzione della radiazione solare; ormai il sole è quello di metà novembre, a solo sei settimane dal solstizio invernale. Nella giornata del 13 il nord Italia è lambito dalla parte più avanzata della goccia fredda centrata sui Balcani con avvezione di aria più umida da sud-est in un primo tempo, poi da nord-ovest nella notte tra il 13 e il 14, quando il tempo subisce un temporaneo e lieve peggioramento per il transito del nucleo più freddo della piccola goccia fredda secondaria in discesa verso il centro dell’Adriatico. Tale configurazione provoca qualche debole fenomeno serale e notturno, nevoso fino sui 1000-1300 m. Nella giornata del 14 la depressione in quota giunta dalla Francia si allontana verso la Spagna senza più influenzare la nostra regione, mentre la seconda goccia fredda si allontana verso le Marche consentendo alla pressione di risalire velocemente sulla nostra regione. Il tempo migliora nettamente, dapprima sui monti, poi in pianura. Nel contempo le temperature subiscono un temporaneo calo con diffuse gelate in montagna e brinate in pianura nella notte tra il 14 e il 15. In giornata i valori termici rimangono bassi, inferiori alla media del periodo, con punte di 10/12°C in pianura e di 5/6°C a 1000 m, anche attorno a 0°C nelle valli in ombra. Nei giorni successivi il promontorio di matrice mediterranea, specie di cuneo legato a un’alta pressione atlantica, garantisce tre stupende giornate autunnali, con poca nebbia nelle ore più fredde, sole incontrastato in montagna e valori termici decisamente anomali in quota. A volte la mitezza è uguale a 1000-1200 m rispetto alle conche prealpine e ad alcuni settori della pianura, con 10/12°C. Anche in alta quota le temperature tornano ad essere positive come in Marmolada con 3.5°C a 3250 m il giorno 16. Il tempo rimane ancora ben soleggiato e relativamente mite il giorno 17, nonostante un indebolimento dell’alta pressione e l’arrivo di aria più umida negli strati atmosferici più alti con sopraggiungere di cirri e di altostrati. Nelle giornata del 18, dopo il passaggio di un’asse di saccatura a ridosso delle Alpi nella notte, correnti nord-occidentali di aria più fresca apportano un po’ di nubi medio-alte che si alternano a momenti soleggiati in un contesto termico un po’ più fresco. Nella giornata del 19 una profonda e vasta saccatura atlantica in fase di approfondimento sulla Francia si avvicina al nord Italia richiamando correnti sud-occidentali di aria man mano più umida, prima di determinare un lieve peggioramento all’alba del 20 sulle Alpi venete, dove si verifica un breve episodio pluvio-nevoso, limitatamente alla montagna e sporadicamente alla pedemontana orientale (alto trevigiano). Si tratta di un veloce episodio di un paio di ore con apporti modesti: 2/4 mm ed altrettanti cm di neve sopra i 1600-1800 m, salvo qualche caso fino sui 6-8 cm sulle Dolomiti orientali. Il limite pioggia neve è attorno ai 1300-1400 m sulle Dolomiti ed oltre i 1500 m sulle Prealpi. In pianura nessuna precipitazione, in controparte molta nebbia sul settore meridionale del Veneto. Nella giornata del 20 netto miglioramento del tempo con rinforzo del flusso nord-occidentali e ritorno del sole quasi ovunque; il Foehn spira in molte valli e su alcuni settori della pedemontana, in quota il freddo s’intensifica nettamente arrivando a -10/-12°C in serata a 2000 m e fino a -21°C a Punta Rocca in Marmolada. Nelle valli alpine l’aria fredda s’insinua più lentamente, ma invade gran parte del Veneto nella notte successiva. Di fatto il 21 all’alba le gelate sono diffuse, anche intense in montagna con punte di -3/-5°C nei fondovalle prealpini, -8/-10°C a 1000-1200 m e ancora più freddo in alta quota. Nel contempo i valori sono di -2/-4°C in alcuni settori della pianura e il gelo è quasi generalizzato, salvo poche eccezioni tra il litorale e alcuni settori pedemontani interessati da sbuffi di Foehn. Nella giornata del 21 il cielo si copre rapidamente per l’avvicinarsi della tempesta Caetano che sta provocando una tormenta di neve nel Nord della Francia, assieme a venti violenti. Tempesta che raggiunge la nostra regione in serata con pochi fenomeni e parecchio vento in quota, in quanto l’asse si addossa alle Alpi impedendo al flusso di disporsi dai quadranti meridionali nei bassi strati. Queste condizioni determinano un breve episodio perturbato con precipitazioni nevose fino nei fondovalle, anche soffice dagli 800 m in su. In pianura piove debolmente, localmente anche moderatamente sul litorale orientale, al confine con il Friuli. La perturbazione finisce di transitare nella notte del 22 apportando da 2 a 5 mm su gran parte della regione e poco più sul settore meridionale e orientale della regione, 5-10 mm con un massimo di 13 mm a Bibione. La neve è compresa tra 1 e 6 cm nelle valli e 5 e 12 cm in alta quota, dove è spesso molto ventata e spesso del tutto erosa, senza accumuli. Il giorno 22 in giornata il tempo migliora e diventa man mano più freddo per l’ingresso di aria fredda post frontale e soprattutto molto ventoso con forti raffiche di Foehn nelle valli, ma anche sulle cime più alte con 117 km/h. Fa meno freddo al mattino che non alla sera e di nuovo particolarmente freddo in alta quota con -21.4°C in Marmolada, -12/-15°C tra i 2200-2500 m e forti gelate nei settori non interessati (valli e altopiani) dalle raffiche di Foehn: -7/-10°C. Gela anche in pianura di notte con valori che raggiungono i -3/-1°C. Le massime risalgono un po’, ma rimangono generalmente inferiori alla media del periodo con punte massime di 10/12°C nei settori più mite della pianura, 6/8°C sulla pedemontana e nelle conche prealpine, ma appena sopra lo zero già sui 1000-1200 m, anche inferiori a 0°C nei settori in ombra. Nei tre giorni seguenti, cioè tra il 23 e il 25, un promontorio mobile nord atlantico riporta tempo stabile e ben soleggiato sulla nostra regione, assieme ad un netto rialzo termico in alta quota, minore nelle valli, dove l’inversione termica cresce a dismisura. Tale situazione infatti porta aria anormalmente mite di origine subtropicale in alta quota, tant’è che i valori massimi tornano sopra lo zero ben oltre i 3000 m (In Marmolada si passa dai -20°C del 23 a +2.2°C del alba del 25), Nello stesso tempo vi sono gelate a -4/-5°C nel catino bellunese e fino a -2°C in alcuni settori della pianura grazie all’irraggiamento notturno, ma anche alla conservazione del cuscino di aria fredda costituito nei giorni precedenti. In tutta questa fase anticiclonica il tempo è stabile e perlopiù soleggiato con pochissime nebbie. L’unico giorno con temporanea nuvolosità è il 24, quando un sistema nuvoloso legato al passaggio del settore caldo della tempesta Bert in transito tra il nord Atlantico e le isole britanniche lambisce il nord Italia. Il 26 la situazione inizia a cambiare per l’approssimarsi di una depressione nord Atlantica che dall’Irlanda scende verso i Balcani, lambendo il Triveneto, dove si verificano deboli piogge sulla parte centro-meridionale della regione e le Prealpi veronesi. Cadono da 1 a 5 mm, localmente fino a 10 mm, come a Bosco Chiesanuova. Sul settore settentrionale della regione il tempo è migliore con qualche momento soleggiato. Il giorno 27 una dorsale post frontale riporta il sole su gran parte del Veneto, anche se vi sono residui fenomeni nella notte sulla parete sud-orientale della regione e la nuvolosità rimane un po’ più a lungo, prima di allontanarsi verso levante. Le temperature rimango superiori alla media del periodo, specie di notte. Il giorno 28 un fronte freddo associato ad una saccatura atlantica si addossa alle Alpi determinando un breve passaggio di nubi medie ed irregolari e qualche sporadico fenomeno sui monti, anche locali rovesci sulle Dolomiti occidentali del medio Agordino (Falcade e Passo Valles con 10 mm), ma sono eccezioni in un contesto variabile e via via più fresco. Il giorno 29, mentre la saccatura tende ad isolarsi in goccia fredda sui Balcani, il tempo migliora su gran parte della regione grazie all’espandersi di un promontorio mediterraneo responsabile di due bellissime giornate per chiudere l’autunno 2024. Di fatto sono due giornate di sole splendente, la prima fredda con diffuse gelate notturne in montagna e relativa mitezza diurna in pianura e nelle valli più assolate con punte di 12/13°C in pianura e 8/9°C nei fondovalle prealpini, ma non nei settori montani in ombra. La seconda è identica al giorno precedente con gli stessi valori termici in pianura, tra 1 e 4°C di minima e massime di 12/13°C. Nello stesso tempo fa un po’ meno freddo in alta quota, mentre il gelo notturno si accentua nelle valli, assieme ad una crescente inversione termica: -4.9°C a Feltre e -1.3°C sul Monte, anche -5.6°C a Falcade contro i +0.2°C a Cima Pradazzo il 30 del mese. In questo modo si chiude uno dei mesi di novembre più secchi dell’ultimo decennio.

Fig. 4a Temperatura a Dolina Campoluzzo e a Punta Rocca (Marmolada) tra il 3 e il 5 novembre 2024

Fig. 4b Prima intrusione di aria fredda con -10°C a 850 hPa sulle Alpi alle ore 18 del 26 novembre 2024

Conclusione

In sintesi l’autunno 2024 risulta un po’ più caldo rispetto alla media con uno scostamento positivo di +0.8°C (Fig. 5a), ma se si guarda la carta si nota che la montagna è stata complessivamente un po’ più mite rispetto alla media rispetto alla pianura, specie la fascia prealpina. La temperatura regionale media è di 12.5°C (Fig. 5b), ma di soli 8.4°C in montagna, di 13,6°C sulla pedemontana e di 14.5°C in pianura, considerando che lo scarto positivo rispetto alla media è stato maggiore in montagna che non altrove. Per quanto riguarda le precipitazioni, l’autunno è stato più piovoso rispetto alla media, sia in settembre con 81% di precipitazioni in più rispetto alla media, 111% in ottobre, mentre è piovuto assai meno in novembre con un deficit pari a -92%, quasi la metà di quel che cade normalmente in quel mese che risulta tra i più secchi degli ultimi 30 anni. Ma nonostante questo lo scarto positivo è del 29% in più di precipitazioni trimestrale al livello regionale (Fig. 5c) con 108 mm complessivi in più rispetto alla media, per un valore medio di 474 mm (Fig. 5d) a livello regionale, pur sapendo che i quantitativi sono stati decisamente minori nel sud della regione e più abbondanti sulla fascia prealpina. In ogni caso per avere un’idea più precisa della distribuzione delle piogge trimestrale, si fornisce la carta regionale della sommatoria delle precipitazioni per il trimestre autunnale 2024 (Fig. 6).
Nel complesso l’autunno 2024 presenta 37 giorni considerati di bel tempo stabile e soleggiato, di cui 21 a novembre, vale a dire il 40.5% del totale dei giorni. Per le giornate discrete o variabili per situazioni dette di struttura mista, le giornate corrispondenti sono 46, cioè il 50.5% ed infine 8 giorni risultano perturbati, concentrati tra settembre e ottobre, mentre il mese in novembre non viene rilevato nessun giorno di maltempo, cioè un po’più de 9% dell’insieme delle giornate autunnali, molto meno di quanto accade normalmente per questa stagione.

Fig. 5a - Temperatura media, anomalia rispetto al periodo 1991/2020 - autunno 2024

Fig. 5b - Temperatura media, dati spazializzati - autunno 2024

Fig. 5c - Precipitazione, anomalia rispetto al periodo 1991/2020 - Autunno 2024

Fig. 5d - Precipitazione, dati spazializzati - autunno 2024

Fig. 6 - Precipitazioni totali Veneto - autunno 2024

Ultimo aggiornamento

31-03-2025 14:42

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