Ultimo aggiornamento
12-12-2024 12:57L’estate 2024 inizia con un periodo insolitamente instabile, ma da metà giugno in poi la stagione estiva s’insedia in maniera con caldo durevole in pianura e montagna, a parte qualche intervallo d’instabilità con temporali più frequenti del solito in pianura, mentre per alcuni settori montani meno numerosi rispetto alla norma. L’estate 2024 risulta assai particolare in quanto non vi sono le grandi ondate di caldo del 2023 e 2022, ma il caldo imperversa, specie con un numero elevato di notti tropicali, notti in cui la minima non scende sotto i 20°C, con forte tasso di umidità e livello termico anormalmente elevato.
I grafici a palline mostrano le precipitazioni e temperture dell’estate 2024 per la montagna, la pedemontana, la pianura e l'intera regione.
Precipitazioni. L’estate 2024 si presenta del tutto nella media con un deficit in montagna di pochi punti percentuali, mentre sugli altri settori i quantitativi di pioggia sono nella media del periodo 1991-2020.
Temperature. Si tratta della terza estate più calda, dopo il 2003 e il 2022. Il valore rilevato, ben oltre il 90°percentile, attesta le elevate temperature che hanno caratterizzato la stagione con notti mediamente assai più calde, a differenza del 2003 e del 2022 in cui sono stati toccati picchi di caldo diurni. Nel dettaglio, lo scarto è di circa 1°C in meno in pianura rispetto al 2003, minore in montagna. Il valore medio regionale è di 22.7°C, di 2°C sopra la media della stagione.
Giugno 2024
Il mese di giugno 2024 inizia come è finito il mese di maggio, in altri termini con una certa instabilità, anche se assai meno marcata rispetto ai giorni precedenti grazie ad un’avvezione di aria meno umida ed una forte inibizione convettiva iniziale per notte fresca (forte irraggiamento notturno). Il sole splende ovunque al mattino, poi attività cumuliforme modesta in pianura, localmente moderata in montagna, dove qualche fenomeno convettivo si verifica. Il giorno 2 si riparte con tempo instabile causa l’avvicinarsi di una saccatura atlantica, i cui effetti si fanno sentire su gran parte della regione, già in giornata, con temporali sparsi, localmente intensi, come sul Faloria con 48 mm o a Montecchio con 26 mm, ma anche altrove i rovesci e temporali tendono a manifestarsi. Il tempo rimane variabile/instabile anche nelle due giornate successive, cioè tra il 3 e il 4 per il transito della depressione stessa sul Triveneto, prima che essa scivoli verso la Slovenia. Pertanto altri rovesci e temporali si verificano a macchia di leopardo con apporti pluviometrici spazialmente molto variabili, come avviene di consueto in queste situazioni, specie il 4, quando alcuni temporali brevi ma forti interessano la pedemontana con più di 40 mm in un ora a Crespadoro e a Valdagno, rispettivamente 43.4 e 41.2 mm, ma anche 33 mm a Padova. In tutta questa fase variabile/instabile, il contesto termico rimarne un po' fresco per la presenza di aria relativamente fredda in quota, specie in montagna (zero termico tra i 2800 e 3000 m). Nella giornata del 5 la situazione cambia per l’affermarsi di una dorsale mediterranea con avvezione di aria decisamente più mite, responsabile di condizioni meteorologiche decisamente migliori e più stabili. Non piove più fino al 7 salvo qualche goccia sull’alto Cadore e il Comelico nella serata del 7. Nel contempo le temperature aumentano grazie all’avvezione di aria di matrice mediterranea. Dall’8 fino al 10 il tempo tende a degradarsi di nuovo, nonostante gli effetti senz'altro benefici del promontorio, in quanto si osservano diversi focolai d’'instabilità pomeridiana causa combinazione del caldo e dell'umidità, assieme al verificarsi di un lieve cedimento dell'alta pressione in quota per il passaggio di una saccatura a nord delle Alpi, il cui asse passa nella giornata del 10 con diffusi fenomeni nel pomeriggio/sera, localmente intensi, ma brevi. Gli apporti medi sono già significativi e sono perlopiù compresi tra 15 e 25 mm, ma localmente alcuni temporali sono particolarmente forti, come in Alpago con 94.6 mm a Cansiglio - Tramedere e spesso oltre i 40-50 mm nei settori attorno, ma ancora 44.8 mm a Valstagna e 37. 8 mm a Teolo. Tra l’11 e il 13 la circolazione nord Atlantica è ancora sotto il dominio di una profonda saccatura che continua ad influenzare il tempo su gran parte del nord Italia, in maniera più spiccata tra la pomeriggio/sera dell’ 11 e la notte seguente nonché nel pomeriggio sera del 12, quando l’asse di saccatura giunge sulla nostra regione, prima di allontanarsi nella notte del 13. Situazione che determina un episodio instabile/perturbato con fenomeni diffusi, ad eccezione del sud della regione, dove non piove affatto. Al contrario, le piogge sono significative tra la pianura settentrionale, la pedemontana e su quasi tutta la montagna veneta con apporti medi tra i 20 e 40 mm e punte di 69 mm a Bosco Chiesanuova per un temporale auto rigenerante a fine mattinata, 63 mm a Trebaseleghe, 48.2 mm sul Passo Valles. La fine dell’episodio corrisponde al passaggio del fronte freddo con ingresso di aria molto fresca in quota, di conseguenza la neve torna ad imbiancare gran parte delle Dolomiti sopra i 2000 m pochi giorni prima del solstizio estivo, localmente anche 1800-1900 m in quelle settentrionali con spessore irrisori a 2000 m, ma di 10 cm e più oltre i 2500 m (Fig. 2a e 2b). Nella giornata del 13 l’ingresso dell’aria fredda determina ancora una residua instabilità nella notte tra la pedemontana e alcuni settori della pianura centro-settentrionali, anche in mattinata, ma sono fenomeni di poco conto. Nel corso del pomeriggio il tempo migliora ovunque con rasserenamenti sempre più ampi ed atmosfera fresca, nonostante il soleggiamento, anche ventilata. Il giorno 14 una dorsale mediterranea garantisce tempo buono, stabile e decisamente più caldo al pomeriggio. Il 15 una piccola ondulazione in transito sul nord-est dell’Italia determina una lieve instabilità nel pomeriggio e parte della sera, ma si tratta di fenomeni assai sporadici e non particolarmente significativi, ad eccezione di un temporale un po’ più intenso a Volpago del Montello con 25,8 mm. I fenomeni perdurano ancora all’inizio della notte, prima che il tempo si ristabilisca del tutto. Dal 17 al 21, prima che una saccatura approfonditasi sulla Spagna scivoli verso il nord Italia, si verificano i primi fenomeni sui monti e la pedemontana nella serata del 21, ma senza grandi effetti, solo qualche pioggia sui confini con il Trentino e l’Alto Adige e sia sulle Dolomiti che sulle Prealpi vicentine. Cadono oltre 20 mm ad Arabba, Falcade, Passi Pordoi e Valles con un massimo di 28 mm a Posina (Passo Xomo). Sono i primi avvisi dell’avvicinarsi della saccatura che si è approfondita sulla Spagna, si tratta di temporali serali che non riescono ad inoltrarsi sul resto della regione in quanto i campi dinamici attivi rimangono distanti rispetto al Veneto. Il giorno successivo, cioè il 22, un primo asse di saccatura transita sulla nostra regione dando luogo a temporali sulle zone Prealpine e alcuni settori della pedemontana, con apporti medi di 15-35 mm, ma in alcuni casi i temporali sono anche di forte intensità con piogge abbondanti sulle Prealpi, come a Recoaro Terme con 44.2 mm a Valstagna con 62 mm. L’asse principale della suddetta saccatura, vale a dire il fronte freddo vero e proprio, lambisce la nostra regione e si manifesta in maniera violenta sulla parte occidentale del Veneto, mentre la parte orientale non viene minimamente interessata. Su gran parte della pianura meridionale ed orientale solo qualche annuvolamento, mentre ad Ovest sia sulle Dolomiti che sulle Prealpi, si verificano temporali di media intensità sulle Dolomiti con massimi di 20-30 mm sull’Agordino e il basso bellunese, cioè il lamonese. Sulle Prealpi occidentali, tra il flusso sciroccale responsabili di qualche convergenza orografica e la dinamica di convezione profonda, alcune celle temporalesche risultano particolarmente esplosive con apporti di pioggia molto abbondanti, anche superiori a 100-150 mm. I massimi si verificano a Castana con 160 mm e a Molini (Laghi) con 179.2 mm. Ovviamente questi quantitativi riportano i fiumi a livelli problematici con nuove esondazioni sulla pedemontana veneta. Il 24 la parte meridionale della saccatura si isola in depressione chiusa sul centro Italia, minimo depressionario che determina una fase di tempo perturbato sulla parte meridionale del Vento con piogge di 2-10 mm tra la parte meridionale delle province di Padova, Vicenza e Verona, localmente anche 15 mm. Nel contempo piove maggiormente sul rodigino con apporti superiori a 20 mm con un massimo di 45 mm a Villadose. Tra il 25 e 26 il minimo generato dall’ingresso della saccatura atlantica sul Mediterraneo occidentale, risale dall’Italia centrale verso nord interessando tutto il Veneto, dove imperversa una fase di maltempo che oscilla tra momenti perturbati ed altri instabili. Il cielo è spesso nuvoloso o molto nuvoloso, anche per addensamenti cumuliformi associati a fasi temporalesche. Piove quasi ovunque sulla regione, ad eccezione della parte orientale della provincia di Venezia, dove i mm sono pochissimi. Altrove si va da 10 a 30 mm, su molti settori anche 20-40 mm, come si può vedere sulla carta regionale delle piogge tra il 25 e 26 giugno (Fig. 2c). Tra la pedemontana e alcuni settori del rodigino si va oltre gli 80-100 mm in 48 ore per temporali più violenti, con massimi di 100 è più. Ecco i totali di alcune località in seguito all’episodio sopra descritto: 100 mm a Concadirame (Rovigo), 112 mm a Muson dei sassi (Asolo), 137.6 mm a Rosa’ e un massimo di 146.8 mm/48h a Castelfranco Veneto. Tra il 27 e il 29 la depressione chiusa scivola verso i Balcani e un promontorio di matrice mediterranea si posiziona sull’Italia, dove il tempo torna ad essere stabile ed estivo, addirittura assai caldo per un’avvezione di aria particolarmente calda negli strati medi dell’atmosfera. Lo zero termico risale dai 3300-3400 m dei giorni di maltempo a quasi 4500 m del 29 del mese. Di fatto i termometri a 32/34°C in pianura 29/31°C nelle conche prealpine e 27/29°C a 1000-1200 m, si sfiorano anche i 20°C sui grandi passi dolomitici e i 10°C in Marmolada con 9.4 di massima il giorno 29. Sono giorni stabili e la convezione legata al gran caldo porta solo qualche annuvolamento per modesta attività cumuliforme. L’ultimo giorno del mese un lieve cedimento del promontorio legato al transito di una piccola ondulazione di alta quota porta a qualche fenomeno serale sull’alto Trevigiano con qualche beve temporale, come accade anche sulle basso Feltrino in maniera minore, mentre alcuni settori dolomitici sono interessati da qualche piovasco nel tardo pomeriggio. Le temperature di questa ultima giornata di Giugno sono tipicamente estive con la pianura oltre i 30/32°C e i 28/29°C nelle conche prealpine. Solo in montagna si assiste a un lieve calo per riduzione del soleggiamento per maggiore attività cumuliforme pomeridiana.
Luglio 2024
Il mese di luglio 2024 inizia con una fase di tempo instabile legata per la presenza di un’ondulazione legata a una profonda saccatura pressoché stazionaria tra Francia e Spagna, la quale determina un richiamo di aria umida sul nord Italia, assieme a una leggera curvatura ciclonica, situazione che in estate, dopo una fase di caldo, favorisce gli inneschi convettivi con le consuete conseguenze, cioè temporali detti convettivi. È quel che accade già il primo Luglio, ancora di più il 2 per il passaggio dell’asse di saccatura ed in fine anche il 3 per il passaggio di un fronte secondario (comma clouds) legato al passaggio del minimo di pressione sopra le Alpi, assieme a una sacca di aria fredda. Pertanto piove per tutti e tre i giorni, in maniera abbastanza diffusa il primo, eccetto la parte sud-occidentale della regione, con piogge a tratti diffuse, anche temporalesche. Gli apporti medi sono compresi tra 5 e 10 mm tra Prealpi occidentali, pedemontana corrispondente e pianura veronese, vicentina e padovana. Maggiori sono le piogge sui settori orientali 15-30 mm con punte di 50-60 mm tra la pedemontana trevigiana e l’Alpago, dove i temporali sono un po’ più virulenti. Il giorno 2 il primo asse di saccatura è passato e il tempo migliora in parte con ritorno del sole, ma nella scia del fronte, la presenza di aria fredda in quota, anche se più secca, favorisce qualche rovescio per convergenza dei venti tra pedemontana e i rilievi a ridosso di essa. L’energia presente è sufficiente per alimentare qualche cella temporalesca sulla pedemontana trevigiana con apporti di 20/30 mm, con massimo di 33 mm a Favaro Veneto. Il 3, come già precisato, passa un fronte secondario e, oltre all’instabilità, il passaggio del fronte determina anche una fase perturbata con piogge diffuse: 20-30 mm su tutta la montagna, dove l’assenza di sole e l’inibizione convettiva impediscono ai temporali di verificarsi. Cosa che non avviene in pianura, specie sul litorale dove forti temporali si verificano con forti raffiche di vento e piogge torrenziali, come a Cavallino Treporti e a Rosolina, dove cadono 100.4 mm in entrambe le località, ma anche 65.2 mm a Villadose e 61.2 mm all’istituto Cavanis di Venezia. Complessivamente su tre giorni le piogge sono piuttosto abbondanti come si può vedere sulla carta regionale (Fig. 3a), fino a 122 mm a Follina ed oltre i 105 mm sulla costa tra Cavallino e Rosolina. Dopo il passaggio della saccatura atlantica, un promontorio interessa il nord Italia con due splendide giornate e netto rialzo termico, più marcato in montagna, dove il calo era stato notevole, con ritorno della neve fino sui 2700-2800 m il giorno 3. In Marmolada si passa da -1°C a 6°C e lo zero termico si rialza da 2900-3000 m il 3 a 4600 m il 5. Anche in pianura le massime sono in aumento di 45°C raggiungendo di nuovo i 30/32°C. Il 6 un’ennesima saccatura atlantica si approfondisce sulla Francia e richiama correnti sud-occidentali di aria man mano più umida sul Veneto. Il cielo si annuvola sui monti e sulla pedemontana, ma non tanto sulla pianura centro-meridionale, dove il tempo rimane stabile e caldo. Nel contempo, sulla pedemontana, nuovi venti convergenti generano condizioni propizie al generare temporali, come accade sulle Prealpi e la pedemontana trevigiana e sul basso Bellunese con temporali forti, responsabili di apporti piovosi copiosi, fino a 40-60 mm: 53 mm a Quero e 61 mm a Follina. Dopo questa fase di tempo instabile legato all’ennesima saccatura atlantica, un promontorio di matrice mediterranea si installa sull’Italia e lo fa in maniera assai più decisa degli altri che l’hanno preceduto. Si vive una fase di tempo decisamente caldo per ben 5 giorni, dal 7 all’11. L’avvezione di aria subtropicale raggiunge il nord Italia, dove lo zero termico si assesta sui 4800 m sui monti veneti e quasi 5000 m sulla pianura meridionale della regione, con temperature massime di 35/36°C in pianura, assieme a un certo disagio fisico per afa. In montagna il caldo arriva finalmente con valori decisamente superiori alle medie responsabile di un’accelerata fusione della neve finora rimasta sui versanti settentrionali. Si toccano i 28/29°C a 1000-1200 m e i 20°C sui passi dolomitici ed una punta di 9.1°C in Marmolada il giorno 10. Questa prima vera fase di gran caldo persiste fino al 12 per l’approfondirsi di una saccatura atlantica sulla Francia, la quale non entra sull’Italia, ma determina una curvatura ciclonica e soprattutto il passaggio di un anomalia dinamica abbastanza marcata al livello di tropopausa, il che sboccia in una breve fase temporalesca, dopo giorni e giorni molto caldi, in presenza di uno strato limite esplosivo sia per il caldo che per il forte tasso di umidità. Temporali che risultano localmente forti e grandinigeni, con forti raffiche di vento e frequenti downbursts, i quali sradicano molto alberi in diverse zone della montagna veneta. L’intensità delle piogge è localmente tale da risultare assai significativi tra Dolomiti, Prealpi bellunesi e buona parte della pianura trevigiana, con 20-30 mm su questi settori, mentre altrove non cade nessuna pioggia. Localmente questo episodio provoca smottamenti e frane (Fadalto con chiusura della linea ferroviaria e della statale 51). Le piogge sono di fatto localmente molto intense, fino a 110 m a Tramedere in Cansiglio, ma anche 64.2 mm a Vittorio veneto. Dal 13 al 18 un nuovo promontorio mediterraneo si rafforza sull’Italia, ma come quelli precedenti non si tratta dell’alta pressione delle Azzorre tipica delle nostre classiche estati, in quanto c’è sempre la presenza di una saccatura sul vicino Atlantico, il quale è pronto a convogliare verso l’Italia qualche impulso di aria fresca ed umida. Ma questa volta l’alta pressione mediterranea è un po’ più robusta e favorisce una fase di tempo bello fino al 19 mattina. Ovviamente l’avvezione di aria africana riporta il caldo fino a 34/35°C in pianura e 25/27°C a 1000-1200 m nei primi giorni ed addirittura 35/37°C sulla prima e 28/30°C sulle seconde tra il 18 e il 19; sono toccati i 12.3°C in Marmolada. In questi giorni si verificano dei piccoli disturbi sulle estreme zone settentrionali del bellunese con qualche piovasco, già nella serata del 17 tra Arabba e Falcade, con brevi ma intensi rovesci temporaleschi: 15-20 mm, e in maniera minore nella serata del 18 tra il Cadore e l’Ampezzano. Facile che con questo gran caldo qualche focolaio d’instabilità convettiva si verifichi alla sera sulle Dolomiti, ma si tratta di fenomeni assai sporadici. Il 19 nel pomeriggio, la situazione di degrada per il passaggio di un pseudo - asse di saccatura in transito a nord delle Alpi. Nel pomeriggio e in prima serata diversi sistemi convettivi si sviluppano rapidamente dando luogo a rovesci e temporali tra il pomeriggio e la prima serata. Alcuni sono intensi, ma senza eccesso, con 30 mm sul Falzarego e poco meno di 45 mm a Posina e Valstagna, e non si rilevano gravi conseguenze per il territorio. Nello stesso tempo la pianura rimane nella morsa del caldo, mentre l’instabilità pone fine allo stesso caldo nei settori maggiormente colpiti. Il 20 la pianura viene interessata dal passaggio della discontinuità con rovesci e temporali notturni, localmente intensi, più di quanto non fosse accaduto nel pomeriggio del giorno prima in montagna. Localmente cadono fino a 40-70 mm in meno di 2 o 3 ore. Al mattino rimangono solo piogge residue al confine con l’Emilia-Romagna, mente il cielo rimane coperto su buona parte della regione, ma senza fenomeni. Al pomeriggio ingresso di correnti da nord per il formarsi di una piccola dorsale in grado di favorire rasserenamenti a partire dalle Dolomiti, in estensione al resto della regione alla sera. Miglioramento che ritroviamo su tutta la regione nella mattinata del 21. Di fatto il tempo è bello e il cielo sereno ovunque. Il buon soleggiamento favorisce una ripresa delle temperature rispetto al giorno precedente, ma senza raggiungere il caldo dei giorni 18 e 19. Lo stesso giorno al pomeriggio i temporali convettivi tornano ad essere di casa in montagna, ma solo sulla parte centro-settentrionale della provincia di Belluno, con temporali da metà pomeriggio in poi. Cadono da 2 a 20 mm, localmente fino a 30 mm, addirittura 37 mm a Rovina di Cancia sopra Borca di Cadore, ma sono intensità piuttosto ricorrenti. Localmente le cime dell’Agordino s’imbiancano di grandine, come il settore della Marmolada e delle creste a sud di essa. Il giorno 22 il sole ricompare dopo le nubi stratiformi del mattino, più presenti sui monti che non in pianura. Al pomeriggio tempo buono con correnti nord-occidentali e prevalenza di sole sulla pianura e sulle Dolomiti, ma non sulle Prealpi e non sulla pedemontana, dove temporali sparsi scoppiano qua e là al pomeriggio, localmente intensi e grandinigeni. Correnti da nord-ovest in quota e richiamo da sud nei bassi strati e lo stabilirsi della solita linea di convergenza in grado di innescare fenomeni d’instabilità, come è avvenuto tra l’altopiano di Asiago e le pedemontana sottostante con ben 48.9 mm a Crosara (Marostica), di cui 42.4 mm in un ora, e 39.8 mm ad Asiago, di cui 37.8 mm in un ora. Nelle giornate del 23 e 24 una piccola ondulazione in transito sulla Germania influenza il tempo sulle Alpi e le pianure sottostanti a causa di un leggera curvatura ciclonica e dagli inneschi convettivi. Pertanto le giornate sono in parte soleggiate, relativamente calde, ma anche instabili nel pomeriggio con rovesci o temporali sparsi, specie sulla provincia di Belluno, il 23 ed un po’ più sporadici, ma anche più intensi il 24, quando cadono 41 mm a Torch (Alpago) e 39.8 mm a San Giovanni Ilarione ai piedi dei Lessini, localmente grandinigeni sulle colline veronesi. Il 25 il tempo diventa più stabile grazie al rafforzamento del promontorio mediterraneo e all’avvezione di aria calda che riporta il caldo su tutta la regione, tuttavia nella notte tra il 24 e 25 un po’ d’instabilità determina qualche acquazzone tra est vicentino e Ovest Padova con 20.8 mm a Grantorto e 19.8 mm a Montecchio Precalcino. Nei giorni successivi la stabilità e il caldo via via più intenso s’impadroniscono della regione con punte oltre i 34/35°C in pianura e un massimo di 36.2°C a Sorgà il 27 del mese, ma la giornata più calda è il 28 con punte oltre i 34/35°C in pianura, addirittura con massima assoluta di ben di 36.8 a Verona - Santa Caterina (Fig. 3b), ma anche nelle conche prealpine il termometro sale fino a 32/33°C (33.5°C a Santa Giustina Bellunese) e a 1000-1200 m, la colonnina di mercurio indica valori di 28/30°C con un massimo, prima che si verifichino rovesci e temporali da metà pomeriggio in poi, anche se non ovunque. Di fatto la fase stabile e calda subisce un contraccolpo per il passaggio di una piccola ondulazione, responsabile di un breve episodio d’instabilità che interessa una piccola parte delle Dolomiti, dove nasce e transita una linea d’instabilità, senza grandi effetti sulla parte settentrionale della regione, ma che tende ad intensificarsi man mano che essa scivoli verso sud-est, cioè dalle Dolomiti verso la fascia prealpina e successivamente sulla pedemontana nonché molti settori della provincia di Treviso, dove i fenomeni tendono ad intensificarsi a causa delle condizioni molto favorevoli dovute agli inneschi convettivi: gran caldo e molta umidità nello strato limite (strato atmosferico più basso). La fase più intensa si verifica tra il tardo pomeriggio e la prima serata sulle Prealpi bellunesi e sulla pedemontana trevigiana, dove piogge intense e locali grandinate flagellano il territorio, anche più di 40 mm in meno di un ora come a Sospirolo, mentre chicchi grossi cadono in Alpago imbiancando la campagna, come se fosse neve. Più tardi in serata accade la stessa cosa sulla parte nord-occidentale del veronese con forti temporali ed intensi rovesci, oltre i 50 mm a Dolce’ e Caprino Veronese. Questa situazione è legata al suddetto passaggio di una linea d’instabilità collegato ad un debole asse di saccatura, i cui effetti sono stati amplificato dal gran caldo delle ore precedenti, specie sulle Prealpi e la pedemontana. Il 29 e 30 una dorsale post frontale riporta condizioni di tempo molto stabile e tanto soleggiato su tutta la regione; il 30 risulta essere per molti la più bella giornata dall’inizio dell’estate in montagna, grazie all’aria tersa e al cielo del tutto sereno, mentre in pianura l’impressione è diversa in quanto il bel tempo è spesso di casa, ma in questi giorni il caldo afoso non favorisce la percezione positiva percepita in montagna. Il 31 un nuovo asse lambisce le Alpi nelle ore pomeridiane, ma a differenza del 28, non scivola oltre le Dolomiti meridionali, lasciando il resto della regione nella morsa del caldo e della forte umidità. Nel contempo alcuni settori dolomitici sono interessati da brevi rovesci temporaleschi. Alla fine del mese il numero di giorni consecutivi con temperature pari o superiori a 30°C è il quarto più elevato degli ultimi 35 anni.
Agosto 2024
Il mese di agosto 2024 inizia con una giornata molto bella al mattino, prima che il tempo diventi instabile a partire dalle Dolomiti nel corso del pomeriggio, con due fasi di rovesci e temporali, la seconda scende anche sulle Prealpi e su alcuni settori della pedemontana, dove i fenomeni risultano più intensi, localmente anche grandinigeni. Cadono al massimo 20-22 mm sulle Dolomiti a Falcade mentre sulle Prealpi alcune località ricevono fino a 50 mm, come a Valpore con 56 mm, a Rosa’ con 51 mm e sulla pedemontana fino ad 81 mm, di cui 68 mm in meno di 2 ore, a Bassano del Grappa, dove si verifica un vero e proprio nubifragio. La situazione si ripete il giorno 2 per le stesse condizioni: fortissima convezione diurna, indebolimento della struttura anticiclonica per correnti nordoccidentali legati al passaggio di pseudo assi (piccole anomalie latenti in alta quota), i cui effetti sono in grado di generare una certa instabilità potenziale, ma in grado di verificarsi solo in caso del superamento di alcuni valori termo-idrometrici. Tale situazione riesce ad innescarsi sui monti, ma non in pianura, con qualche focolaio temporalesco, ma di minore entità rispetto alla vigilia e limitatamente alle Dolomiti, dove alcuni settori sono interessati da rovesci e locali temporali, il più intenso si verifica a Forno di Zoldo con ben 24.4 mm. Altrove da1 a 10 mm sulle Dolomiti orientali, mentre non fa niente su quelle occidentali, sulle Prealpi e sulla pianura. Il contesto rimane caldo con valori compresi tra 30 e 32°C in pianura e nelle conche prealpine e di 25/27°C a 1000-1200 m. Il 3 il tempo rimane stabile sui monti e gran parte della pianura centro-settentrionale, nonostante qualche annuvolamento, mentre nel corso del mattino una cella temporalesca transita sul rodigino, dando luogo a forti piogge e locali grandinate, cadono da 4 a 20 mm, localmente fino a 25 mm con massimo di 25.2 mm a Frassinelle Polesine. Il 4 la circolazione nord-occidentale consente qualche infiltrazioni di aria più fresca in quota e la struttura anticiclonica continua a presentare qualche indebolimento in alta quota. Pertanto il tempo, anche se per lo più discreto, con ampi tratti soleggiati, mostra anche qualche momento di variabilità, con annuvolamenti irregolari e qualche goccia al pomeriggio sulle Dolomiti, ma anche veri rovesci sulle Prealpi vicentine e bellunesi, dove cadono da 1 a 10 mm; i massimi sono a Sospirolo con 6.6 mm e Asiago con 10.2 mm. Il giorno 5 il tempo rimane ancora incerto per le stesse condizioni, alta pressione ad ovest, saccatura ad oriente e correnti nord-occidentali con infiltrazioni di aria più fresca nella media e alta atmosfera, il che genera un po’ d’instabilità qua e là nella notte tra monti e pianura orientale. Le piogge sono modeste, ma localmente temporalesche tra bellunese, Trevigiano e litorale veneziano. Cadono da 2 a 5 mm, localmente oltre i 10 mm verso il litorale con un massimo di 23.6 mm a Jesolo e due stazioni a 17 mm: Noventa di Piave e Portogruaro. Si tratta del passaggio di due brevi linee d’instabilità da nord-ovest verso sud-est, seguite da nuvolosità medio-alta, in parziale diradamento nel corso della giornata, però anche con presenza di una certa attività cumuliforme. Le temperature subiscono una lieve flessione in alcuni settori della pianura e sulla montagna per deficit di sole, ma rimangono comunque estive. Il giorno 6 Agosto propone la stessa situazione, ma a differenza del 6, una piccola anomalia di tropopausa determina un po’ di convezione profonda e con essa un aumento dell’insidia temporalesca, la quale stenta a innescarsi e lo fa solo in serata con fenomeni limitati alla parte centro-settentrionale delle Dolomiti. L’innesco tardivo determina dei fenomeni di forte intensità, mediamente 20-30 mm, localmente molto forti con apporti pluviometri superiori a 50 mm, anche 60 mm, con massimi di 64.8 mm sul Passo Falzarego e 69.8 mm a Casamazzagno, con alcuni dissesti sul territorio. Altrove il tempo rimane più stabile nonostante l’attività cumuliforme sui monti e qualche passaggio nuvoloso in pianura. Il giorno 7 la pressione è livellata sul nord Italia e il promontorio mediterraneo presenta sempre una debole fragilità negli strati superiore. Al mattino il tempo è stabile e soleggiato, salvo transito di sottili nubi alte. Le temperature sono sempre estive con punte oltre i 33/34°C in pianura localmente anche 35°C, in montagna si sfiorano o si raggiunge i 26/28°C a 1000 m di quota. Con il passare delle ore la suddetta fragilità strutturale dell’atmosfera determina una crescente attività cumuliforme e con essa un aumento del rischio di rovesci e locali temporali, già sporadicamente nel primo pomeriggio, ma soprattutto a metà pomeriggio, quando una linea d’instabilità transita da nord-ovest verso sud-est ed interessa da prima i rilievi e la pedemontana regionali, poi via via sempre più verso la parte meridionale della regione. Cadono mediamente da 2-10 mm su gran parte della regione, però localmente i rovesci temporaleschi sono decisamente più intensi con apporti di 20-40 mm, come a Falcade: 29 mm, Passo Valles: 42.4 mm, Malga Campobon: 30 mm e soprattutto a Isola Vicentina dove cadono 53. 4 mm in un po’ più di un’ora. Come spesso accade con i temporali estivi, ci sono anche forti raffiche di vento ed in alcuni casi si assiste a qualche caduta d’albero. Alla sera il tempo torma a migliorare a partire da nord-ovest. Il giorno 8 il promontorio inizia a rafforzarsi a tutte le quote, assieme ad un’avvezione di aria più calda in quota. Pertanto il tempo è ben soleggiato al mattino, anche più fresco rispetto ai giorni precedenti, ma il generoso soleggiamento consente alle temperature di salire rapidamente su valori estivi sia in pianura che in montagna con punte di 32/33°C sulla prima e fino a 25/26°C a 1000-1200 m di quota. Nei giorni seguenti il promontorio mediterraneo con aria di matrice africana padroneggia su tutta l’Italia e favorisce una fase di tempo stabile, ben soleggiato e via via più caldo, anche molto afoso in pianura e nelle conche prealpine, mentre una grande mitezza imperversa in quota. L’ondata di calore perdura per 5 giorni e si tratta della maggiore fase di gran caldo dell’estate 2024, con massimi che raggiungono i 37/38°C in pianura con 37.8° C a Trebaseleghe il giorno 12 e 38°C a Barbarano Vicentino il giorno 13 (Fig. 4a). Le notti sono di tipo tropicale in pianura con minime di 23/25°C con forte tasso di umidità e grande disagio fisico. Anche in montagna fa molto caldo con punte di 29/31°C a 1000-1200 m (31.3°C a Santo Stefano di Cadore il giorno 13), anche sui passi Dolomiti il caldo si fa sentire, con ben 22.8°C sul passo Falzarego il giorno 2. Sulla vetta delle Dolomiti, la stazione di Punta Rocca a 3250 m registra minimi compresi tra i 5°C e 7°C per 5 giorni consecutivi e massimi che oscillano tra i 9 e 11.4°C (addirittura il caldo in quota è assai più anomalo e le massime in Marmolada non scendono sotto gli 8°C per ben 12 giorni consecutivi). Il 14 un’ondulazione presente nell’alta atmosfera e legata al transito di una piccola saccatura a nord delle Alpi porta un temporaneo cambiamento. Il primo nelle ore centrali, ben prevedibile determina una breve fase temporalesca tra pedemontana e monti veneti, con forti rovesci e locali grandinate, al suo seguito il tempo migliora, ma nel tardo pomeriggio, a sorpresa, due celle temporalesche, una in arrivo dall’Emilia - Romagna e la seconda dal Trentino si uniscono per formare una multi celle convettiva con fenomeni particolarmente violenti tra i Lessini e le pianure settentrionali del Veronese e del Vicentino: 87.8 mm a Salizzole in appena più di un’ora, 80 mm a Bosco Chiesanuova e 63.8 mm a Vicenza – Sant’Agostino e ancora 58 mm a Grezzana. Piove forte anche sulla fascia prealpina tra l’altopiano di Asiago fino nel catino bellunese, ma in minore misura con apporti tra i 20 e 40 mm, mentre le Dolomiti ricevono solo pochissimi mm: 2-5. La pianura centro-orientale e quella meridionale rimangono ai margini di questa forte fase instabile della prima serata. Il giorno 15 correnti nord-occidentali di aria di nuovo calda e decisamente più secca riportano tempo soleggiato e caldo su tutta la regione. In montagna si tratta di una stupenda giornata con aria tersa e quasi assenza di cumuli. In pianura il caldo non è più così afoso. Dopo la stupenda giornata del 15 agosto, dovuta al temporaneo consolidamento dell'anticiclone mediterraneo. Nelle giornate del 16 e 17 Agosto il campo di alta pressione torna ad indebolirsi in alta quota, ma in maniera tale da garantire ancora tempo in gran parte stabile, ma un po’ meno soleggiato in montagna per infiltrazioni di aria un po’ più umida, anche in pianura nella mattinata del 17. La combinazione indebolimento dell'alta pressione e della convezione favorisce l'innesco di una lievissima instabilità con qualche raro fenomeno a ridosso del Trentino e dell’Alto Adige, ma si tratta di brevi rovesci con apporti non superiori a 1-2 mm per il 16 e di 3-4 mm sul medio agordino nel pomeriggio del 17 e su parte dell’ampezzano. Il giorno 18 una saccatura atlantica, la prima dopo un mese e mezzo, transita sulla nostra regione con un peggioramento del tempo non ben organizzato e non diffuso. Non piove su gran parte del padovano, del rodigino occidentale, del vicentino e veronese centro-meridionale, mentre le piogge, anche a carattere temporalesco si verificano su tutto il resto della regione, anche a più riprese per alcuni settori. Le zone più colpite sono in primo luogo le Prealpi vicentine e veronesi al mattino con 2 fasi temporalesche successive in grado di riversare 101 mm a Tonezza del Cimone e 66 mm, in secondo luogo la costa veneziana nel tardo pomeriggio con un massimo di 32.8 mm a Chioggia. Altrove piove ma con apporti non particolarmente rilevante e compresi tra 10 e 20 mm, anche meno sulla pianura orientale e gran parte del Trevigiano. Con oggi 19 Agosto, si stabilisce il nuovo record di giorni consecutivi con massime uguali o superiori a 30°C a Padova va dal 8 luglio al 18 con ben 42 giorni consecutivi, contro i 31 giorni registrati nel 2003. Il nuovo record è una dimostrazione di un’estate che a molti non sembra quella dei record, ma che in realtà risulta mediamente assai più calda di quanto non appari. Il 19 la presenza di una depressione chiusa formatasi in seguito al cut-off della parte meridionale della suddetta saccatura atlantica, determina un ritorno da est sulla nostra regione, dove una situazione di bora scura si generalizza. Il cielo è molto nuvoloso ovunque con assenza di precipitazioni su gran parte dei monti, salvo qualche piovasco sulla fascia prealpina, in maniera più duratura a ridosso della pedemontana. Situazione ben diversa in pianura, dove piove per gran parte della mattina, anche molto al pomeriggio sui settori orientali , quando la depressione centrata sulla parte centro meridionale dell’Italia continua a richiamare correnti di aria molto umida da nord-est sulla nostra regione dando luogo ad una situazione di “bora scura” che porta qualche goccia sulle Dolomiti, piogge modeste sulle Prealpi e precipitazioni via via più abbondanti sulla pianura orientale. Addirittura un vero nubifragio tra il Delta del po e la parte meridionale di Chioggia per un temporale auto rigenerante in grado di riversare in poche ore 189.2 mm a Chioggia –Sant’Anna e 166 mm a Rosolina - Po di tramontana. Sembra che ci sia stato una forte convergenza tra il moderato flusso proveniente dall’Adriatico e un richiamo da sud-ovest verificatosi nell’entroterra. Situazione che ha innescato un forte sollevamento iniziale (una forzante) in un contesto mediamente instabile. Altrove, di fatto, le piogge della pianura sono comprese tra 1 e 20 mm, solo localmente tra i 20 e 50 mm sui settori del litorale sud-orientale. Il giorno 20 il tempo si ristabilisce, anche se la residua ciclonicità mantiene molte nubi con qualche sporadico piovasco al mattino, prima che il tempo migliori, assieme a une lieve rialzo termico al pomeriggio. Nella notte tra il 20 e il 21 passa una piccola anomalia di tropopausa (piccola ondulazione d’alta quota), responsabile di un breve peggioramento notturno limitatamente alle Dolomiti con rovesci sparsi, localmente intensi tra Arabba, il Falzarego e il Comelico. Cadono al massimo da 10 a 18 mm, assai meno sulla maggior parte delle stazioni interessate da queste breve fase d’instabilità a fine nottata. Il 21 in giornata tempo più stabile sulle Dolomiti grazie all’ingresso di correnti nord-occidentali di aria un po’ più secca. Le stesse correnti interessano anche la fascia prealpina e la pedemontana, però il caldo e l’umidità ambiente favoriscono una contenuta ripresa dell’instabilità al pomeriggio. Situazione che determina condizioni favorevoli a qualche rovescio e locale temporale. Il giorno 22 agosto, l’assenza di flusso, il forte tasso di umidità determinano una lieve instabilità notturna causa transito di una piccola ondulazione. I fenomeni sono rovesci notturni e singoli temporali tra Prealpi bellunesi e pedemontana del vicentino, dell’alto padovano e soprattutto del trevigiano. Le piogge non sono particolarmente significative, comprese tra 1 e 10 mm e solo localmente un po’ di più con un massimo di 22.6 mm a Crespano del Grappa per temporale. Su tutto il resto della regione non piove. Dopo tale episodio, il tempo migliora, già in parte al mattino sulle Prealpi e molti settori della pianura, mentre gli stratocumuli imperversano assai più a lungi sulle Dolomiti, dove il sole torna da metà pomeriggio in poi. Dal 23 fino al 25 un cuneo di alta pressione di matrice atlantica (propaggine dell’anticiclone delle Azzorre) con avvezione di aria subtropicale interessare la nostra regione, rafforzandosi il 24, assieme ad una temporanea avvezione di aria molto calda (zero termico a 4500-4700 m). Tale situazione favorisce il mantenersi di condizioni estive e perlopiù soleggiate con temperature molto elevate per essere nella terza decade di agosto: 33/36°C in pianura, 31/32°C nelle conche prealpine e 26/28°C a 1000/1200 m, ancora 17/19°C sui passi dolomitici e 8.2°C in Marmolada (punta Rocca). Sono valori degni di un’ondata di calore. Inoltre, occorre considerare che le notti continuano ad essere di tipo tropicale con forte disagio di caldo umido, molti settori con 21/22°C e 90% di umidità relativa. Il 25 sera, dopo una stupenda giornata, il lieve indebolimento del cuneo di alta pressione subisce un lieve cedimento in quota per l’avvicinarsi di una saccatura atlantica, il cui asse transita a nord delle Alpi senza sconfiggere del tutto l’alta pressione. Pertanto vi sono isolati temporali nella serata del 25 sulle estreme Dolomiti settentrionali, come ad Arabba e sul Passo Pordoi con qualche mm di pioggia per brevi rovesci. Altrove il tempo rimane stabile con un po’ più di attività cumuliforme su alcuni settori dolomitici, mentre in pianura il tempo rimane bello. Il contesto termico rimane estivo ovunque. Il giorno 26 l’alta pressione, seppur indebolita, garantisce tempo soleggiato e stabile nonché relativamente caldo in pianura, mentre lo stesso cedimento dell’alta determina un temporaneo peggioramento tra la notte ed il mattino con rovesci e temporali sparsi su parte delle Dolomiti (meridionali ed orientali) e sporadicamente anche su limitate zone prealpine del vicentino e del veronese, ma non sulle Prealpi bellunesi. Le piogge sono molto irregolari con zone appena interessate, dove cadono da 1 a 5 mm ed altre con più di 35-30 mm come a Soffranco: 26.2 mm, Domegge di Cadore: 32.8 mm e un massimo di 42.8 mm a Sant’Andrea (Gosaldo). Al pomeriggio il tempo migliora sui monti, dove il sole torna a brillare, nonostante qualche velatura. Il ritorno del sole favorisce una ripresa delle temperature che erano rimaste piuttosto basse fino alle ore centrali del giorno. Il 27 l’alta pressione riprende vigore, ma non a sufficienza, visto il transito di aria più fresca in quota, pertanto un po’ d’instabilità si manifesta dalla tarda mattinata in poi, sempre sui monti, specie sulle Dolomiti centro-orientali con piovaschi sparsi. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno una cella temporalesca nasce a ridosso del lago di Garda con un quasi nubifragio a Caprino Veronese con ben 51.6 mm in appena più di un’ora, anche 23 mm a Dolce’. Il giorno 28 il tempo torna ad essere più stabile e più caldo per rafforzarsi del promontorio con maggiore avvezione di aria calda e più secca. Pertanto il sole predomina, con ridotta attività cumuliforme sui monti ed aumento delle temperature ovunque, sia le minime che le massime. Il 29 Agosto, stupenda mattinata, seguita da un aumento della nuvolosità cumuliforme sui monti. Poi il tempo migliora in parte e nel pomeriggio transitano altre due linee d’instabilità (sistemi frattali), la prima è la più attiva con forti rovesci temporaleschi sulla parte nord della montagna veneta (fino a 15-20 mm su alcuni settori dell’Ampezzano). Le temperature risalgono, superando di nuovo i 34/35°C in molte località della pianura con punta massima di 36.2°C a Noventa di Piave. Nelle giornate del 30 e 31 il tempo rimane bello caldo e perlopiù stabile, eccetto locali temporali sulle estreme Dolomiti settentrionali a fine giornata, localmente forti, seppur brevi. La sera del 30 cadono 30.2 mm al rifugio Son Forca, 19.1 mm a Caprile. Il 31 ancora i temporali convettivi, i cui apporti massimi sono compresi tra 20 e 30 mm (massimo di 29.2 mm a Cima Canale Valvisdende). Il contesto termico rimane del tutto estivo, addirittura i valori massimi salgono leggermente, mezzo grado in più rispetto al 29 agosto, raggiungendo i 37°C in alcune località della pianura e sfiorando i 28/30°C a 1000 m di quota. Tutto merito dell’alta pressione mediterranea che mantiene l’estate su tutta la nostra regione.
Conclusione
L’estate 2024 è nella media per le precipitazioni, almeno su più della metà della regione, ma caratterizzata da variazioni spaziali piuttosto importanti legate al carattere spesso temporalesco degli apporti. Ad esempio risulta più piovosa sul rodigino con apporti che localmente sono del 60-100% in più rispetto alla media 1991-2020, mentre sulla pianura centrale, specie tra le province di Padova, Treviso e Venezia, piove meno rispetto alla media, con deficit che localmente oscilla tra il 35-60%. Su gran parte della montagna precipitazioni nella media, salvo qualche eccesso sulle Prealpi occidentali e un deficit un po’ più marcato sulle Dolomiti dell’Ampezzano, del Cadore e del Comelico, pari al 20-35% in meno rispetto alla media trentennale 1991-2024.
Per le temperature l’estate 2024 risulta assai più calda della norma con uno scarto positivo regionale di ben 2°C in più rispetto alla media 1991-2020. Lo scarto è maggiore in montagna rispetto alla pianura con alcuni settori oltre i 2.5°C tra l’altopiano di Asiago e il basso bellunese; in alcuni settori della pianura l’estate presenta uno scostamento positivo di solo un 1°C. L’anomalia termica dell’estate 2024 è principalmente imputabile alle minime anormalmente elevate con un elevato numero di notti tropicali in pianura pari a 47 giorni (Fig. 5a), 34 in più rispetto alla media del periodo 1991-2020 in cui la frequenza delle notti tropicali risulta essere di 13 giorni. Un’anomalia importante dovuta in parte alla sempre maggiore umidità presente nei bassi strati atmosferici, con forte disagio fisico notturno.
In sintesi i giorni di brutto tempo (molto instabili o perturbati) sono stati 8, un po’ meno dei 10 dell’estate precedente (9%) e in linea con la media estiva. Le giornate di tempo in parte buono, in parte variabile o a tratti instabile per fenomeni convettivi (piovaschi, rovesci o temporali) sono 60 (65%), le belle, stabili e spesso calde, sono 34 (36%), un po’ più numerose rispetto all’estate 2023. Infine l’estate 2024 registra il più gran numero di giorni con lo zero termico oltre i 4000 m, 58 i giorni con zero termico pari o oltre la quota di 4000 m, più di quanto non fosse accaduto nel 2003, quando i giorni furono 47. Senza avere ondate di caldo record, l’estate 2024 risulta mediamente la più calda degli ultimi 33 anni, non tanto per le temperature massime, ma per quelle minime che spesso hanno contribuito a rendere quest’ultima stagione particolarmente calda.
Fig. 5 A e Fig. 5 B Frequenza delle notti tropicali in Veneto e conseguente anomalia rispetto alla media