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Radiazioni UV: cosa sono e come proteggersi

Cosa sono e le precauzioni per una corretta esposizione

Cosa sono?

La Radiazione Ultravioletta (RUV) è una parte dello spettro elettromagnetico ad elevata energia, le cui lunghezze d’onda si situano tra quelle della luce visibile e quelle delle radiazioni ionizzanti. Si chiamano così perché sono oltre l’ultimo colore percepito dall’occhio umano nello spettro della luce visibile, il violetto.

Ogni individuo è soggetto ad una esposizione a valori più o meno intensi di radiazione UV, generata prevalentemente dal sole, oltre che da sorgenti artificiali, come le apparecchiature utilizzate per l’abbronzatura a fini estetici.

Solo una parte di radiazione solare UV arriva sulla terra, mentre la restante viene schermata dall’atmosfera ed in particolare dallo strato di ozono. L'intensità della radiazione UV che incide sulla superficie terrestre dipende da diversi fattori, i più importanti dei quali sono:

  • l’ora della giornata e la stagione, perché più è alto il sole nel cielo più forte è l’incidenza della radiazione UV
  • la posizione geografica: la latitudine e l’altitudine influenzano molto la radiazione UV, che aumenta del 4% per ogni 300 metri d'incremento di quota sul livello del mare
  • le condizioni meteorologiche: il massimo della RUV si raggiunge a cielo sereno. Anche con cielo parzialmente coperto si possono avere alti livelli, per effetto della diffusione e riflessione della radiazione sulle nubi. Le nubi sottili inoltre lasciano passare oltre il 90% della RUV solare
  • l'Ozono (O3) colonnare: questo è un parametro atmosferico che varia su una scala di tempo giornaliera, e quindi, a parità di esposizione al sole, può modificare di molto l’entità della RUV
  • la riflessione al suolo (albedo): anche la riflessione che viene dalle superfici aumenta l’entità della RUV. Questa considerazione è molto importante in montagna, dove la neve fresca riflette fino all'80% - 90% della radiazione UV, mentre al mare la sabbia riflette la RUV fino al 25%.

L'UV index e le precauzioni per una corretta esposizione

L'Indice Universale della Radiazione UV Solare (UVI - UV Index) descrive il livello di radiazione UV solare sulla superficie terrestre, pesando in maniera diversa le componenti della RUV a seconda della loro importanza nell’insorgenza dell’eritema. Il valore dell'indice parte da zero e il suo aumento indica un maggior rischio di danno per la pelle e per gli occhi e un minor tempo necessario perché questo danno si verifichi.

Rappresentazione colorimetrica dell’UVI e corrispondenti categorie di appartenenza. Immagine tratta dalla pubblicazione WHO “Global solar UV-Index – A practical Guide, 2002

L’UV Index viene misurato istantaneamente in tutto l’arco della giornata; da questi dati viene estratto il valore massimo giornaliero, calcolato come media su un periodo di 30 minuti. L’andamento nel tempo di questo parametro viene rappresentato graficamente, preferibilmente mediando le misure su intervalli di 5-10 minuti.

Le precauzioni da prendere nell’esposizione al sole

Ad ognuna delle categorie dell’UV-Index l’organizzazione mondiale della sanità associa alcune precauzioni da attuare per ridurre al minimo gli effetti dannosi. Sebbene l’UVI sia legato all’insorgenza dell’eritema, va sottolineato come le protezioni siano necessarie anche quando si è abbronzati: i danni (soprattutto quelli a lungo termine) sono infatti legati alla dose cumulativa di radiazione UV che assorbiamo durante la nostra esistenza, senza considerare il fatto che gli occhi non sono in alcun modo protetti dall’abbronzatura.

Precauzioni da adottare in corrispondenza delle diverse categorie dell’UVI. Immagine tratta dalla pubblicazione WHO “Global solar UV-Index – A practical Guide, 2002

Gli accorgimenti più comuni da adottare (a cura del Dr. Prof. Cleto Veller Fornasa):

  • ricercare, soprattutto nelle ore dalle 12 alle 16, posti riparati e all’ombra. Limitare comunque l’esposizione anche nelle altre ore, ad esempio utilizzando un ombrellone (le ustioni solari ripetute, soprattutto dai 5 ai 18 anni, aumentano la probabilità di sviluppare un melanoma nell'età adulta)
  • usare, rinnovando l’applicazione ad intervalli regolari e dopo il bagno, creme con filtri solari ad ampio spettro con un fattore di protezione solare (SPF) superiore a 15
  • la crema va utilizzata sia al mare che in montagna, dove i raggi solari sono più intensi e la neve riflette i raggi del sole. La crema solare va applicata anche sotto l’ombrellone ed in acqua dove arrivano rispettivamente il 50% ed il 90% dei raggi solari
  • particolare attenzione va rivolta alla protezione dei bambini, evitando l’esposizione solare per quelli con meno di 6 mesi di vita
  • gli occhi possono essere protetti utilizzando occhiali dotati di lenti con filtri UV-B e UV-A. In accordo con la direttiva 89/686/CEE, i produttori dovrebbero riportare la categoria di protezione delle lenti, relativa alla radiazione UV e alla radiazione visibile. Per un uso generico, è consigliabile la categoria 3; per attività caratterizzate da forti esposizioni (come su suoli innevati, ad alto potere riflettente), è raccomandata la categoria 4. Infine gli occhiali dovrebbero proteggere anche dall’esposizione laterale
  • utilizzare indumenti come maglietta e cappello a tesa larga, soprattutto per i bambini con cute ed occhi chiari e capelli biondi o rossi
  • sono sconsigliati i lettini o le lampade abbronzanti.

Per approfondimenti, consultare il sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. E' disponibile on-line la guida pratica universale per una corretta esposizione dal sole redatta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, disponibile anche in italiano sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità.

Gli effetti sulla salute umana

A cura del Dr. Prof. Cleto Veller Fornasa, Direttore U.O. di Dermatologia, ULSS 6, Vicenza

La pelle rappresenta il rivestimento più esterno del nostro corpo ed è formata da una porzione più superficiale, costituita dalle cellule responsabili della rigenerazione cutanea, e da una porzione più profonda caratterizzata da una complessa struttura di sostegno. La cute svolge diverse funzioni tra cui: protezione dagli agenti nocivi, regolazione termica, riserva di grassi ed acqua e produzione di sostanze necessarie all’organismo come la vitamina D.

I raggi UV-B vengono assorbiti dagli strati più superficiali della pelle (epidermide) inducendo la produzione di pigmento (melanina) e quindi provocando una lenta colorazione (in circa 6-7 giorni) ed una abbronzatura duratura. Sono anche i raggi responsabili dell’arrossamento della cute (eritema), della disidratazione, dell’ispessimento della pelle e dell’aumentata crescita dei peli come meccanismo di difesa.

I raggi UV-A sono quelli con lunghezza d’onda maggiore, vengono assorbiti dalle strutture più profonde della cute (derma) provocando la cosiddetta pigmentazione diretta cioè una colorazione fugace (in poche ore) di breve durata (2-3 giorni). Questa banda di UV è la responsabile della formazione delle rughe, del rilassamento cutaneo tipico della cute foto-danneggiata, e delle macchie solari.

L’esposizione ai raggi UV non ha però soltanto effetti negativi, induce infatti la produzione di vitamina D fondamentale per lo sviluppo dello scheletro e per la protezione da malattie quali il rachitismo e l’osteoporosi. I raggi UV-B e UV-A vengono spesso sfruttati anche per la terapia, sono infatti utilizzati come trattamento di alcune patologie cutanee quali la psoriasi, la dermatite atopica e la vitiligine.

Effetti negativi di una ridotta o eccessiva esposizione alla radiazione UV (fonte sito internet ARPA Emilia Romagna).

Resta comunque il fatto che sono note malattie strettamente collegate in vario modo all’esposizione ai raggi UV, come il melanoma maligno, gli epiteliomi (tumori maligni della pelle), le cheratosi attiniche, la riattivazione dell’herpes labiale, oltre alle alterazioni oculari (tumori, degenerazione del cristallino).

Lo IARC (International Agency for Research on cancer) ha inserito la RUV, sia naturale che artificiale, tra gli agenti sicuramente cancerogeni.

E' disponibile on-line la guida pratica universale per una corretta esposizione al sole redatta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, disponibile anche in italiano sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità.

Ultimo aggiornamento

02-12-2022 15:00

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