Ultimo aggiornamento
06-05-2025 14:46In Italia è stata condotta dalla fine degli anni ’80 un’indagine nazionale per valutare l’esposizione della popolazione al radon all’interno delle abitazioni. Tale indagine ha coinvolto tutte le regioni ed ha consentito di stimare l’esposizione media della popolazione e di evidenziare alcune situazioni di potenziale criticità. Successivamente la Regione Veneto con delibera della Giunta Regionale n. 5000/96 ha promosso la mappatura delle aree con elevati livelli di radon nel territorio regionale.
Arpav negli anni 1996-2000 ha realizzato la mappatura del territorio in base ai livelli attesi di radon nelle abitazioni.
Successivamente, nelle aree e comuni individuati con concentrazioni più elevate di radon, sono stati effettuati controlli nelle scuole, dai nidi alle medie incluse, pubblici e privati.
La prima individuazione delle aree prioritarie in Veneto
Nel 2020 è entrato in vigore il d.lgs. 101/2020 che recepisce la direttiva europea 2013/59/Euratom. Nel decreto sono definite prioritarie le aree in cui si stima che nel 15% o più di abitazioni la concentrazione media annua di radon, determinata al piano terra, superi i 300 Bq/m3.
In Veneto la prima individuazione dei Comuni in area prioritaria è in discussione in Regione, che ha quindi iniziato l’iter procedurale per l’approvazione in Giunta Regionale. Seguirà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, come previsto ai sensi del d.lgs. 101/2020.
I monitoraggi nelle scuole
Arpav ha condotto dal 2003, su indicazione della Regione Veneto, iniziative di misura della concentrazione di gas radon nelle scuole pubbliche e private, dai nidi e servizi educativi domiciliari fino alle scuole secondarie di primo grado (scuole medie). Le campagne di monitoraggio hanno riguardato dapprima i Comuni caratterizzati da livelli di radon maggiori, individuati in base alla mappatura regionale. In provincia di Belluno per accordi locali di Arpav e Aziende Ulss del territorio, il monitoraggio è stato esteso a tutti i Comuni.
Complessivamente sono stati monitorati 1513 edifici scolastici ubicati in 210 Comuni del territorio regionale (uno stesso edificio scolastico può ospitare più scuole di diverso grado). In ognuna di queste scuole sono state condotte misure della durata di un anno, in genere due misure semestrali consecutive. Il numero degli ambienti monitorati varia in funzione della dimensione e della tipologia edilizia dell’edificio. Nell’ultima campagna, realizzata tra il 2016 e il 2018, è stato deciso di ripetere le misure in 43 edifici che erano risultati in superamento nelle indagini precedenti, al fine di verificare l’efficacia nel tempo delle iniziative di bonifica adottate.
I risultati delle misure condotte sono stati confrontati con i riferimenti normativi allora in vigore al fine di identificare i casi di superamento. Fino a luglio 2020 è stato in vigore il D.Lgs. 241/2000 che stabiliva, per le scuole dell’infanzia e dell’obbligo, il limite di 500 Bq/m3 per la concentrazione media annua di radon. In caso di superamento, la normativa prevedeva 3 anni di tempo per attuare le azioni di mitigazione; inoltre, per concentrazioni medie annue comprese tra 400 Bq/m3 e 500 Bq/m3, era prevista la ripetizione della misura.
Tutte le campagne di misura si sono concluse prima dell’entrata in vigore del recente D.Lgs. 101/2020 che abroga il precedente D.Lgs. 241/2000 e s.m.i e stabilisce un livello massimo di riferimento pari a 300 Bq/m3 come concentrazione media annua.
rapporti monitoraggi nelle scuole
Cosa fare per
Presenza di gas radon nelle abitazioni
Il gas radon è un gas radioattivo che deriva dal decadimento dell’uranio naturalmente presente nel suolo, nelle rocce e nei materiali da costruzione. Essendo un gas, all’esterno si disperde, mentre all’interno degli edifici talvolta si può accumulare e raggiungere concentrazioni pericolose leggi di più
Cosa fare per tutte le schede