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Rifiuti da Costruzione e Demolizione (C&D)

Che cosa sono i rifiuti da C&D?

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Sono i rifiuti provenienti dalle attività di costruzione e demolizione. Il settore delle costruzioni fa un uso intenso delle risorse naturali generando forti impatti sul territorio e un progressivo impoverimento della materia prima, che non è illimitata. Il problema può essere in parte contenuto mediante la minimizzazione della produzione dei rifiuti, ossia l’uso razionale e disciplinato delle materie disponibili e l’incentivazione del recupero dei rifiuti prodotti.
I rifiuti da costruzione e demolizione nell’elenco europeo dei rifiuti sono individuati dalla classe 17:

17 RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE (COMPRESO IL TERRENO PROVENIENTE DA SITI CONTAMINATI)

In particolare dalle seguenti sottoclassi:

1701 cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche
1702 legno, vetro e plastica
1703 miscele bituminose, catrame di carbone e prodotti contenenti catrame
1704 metalli (incluse le loro leghe)
1705 terra (compreso il terreno proveniente da siti contaminati), rocce e fanghi di  dragaggio
1706 materiali isolanti e materiali da costruzione contenenti amianto
1708 materiali da costruzione a base di gesso
1709 altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione


La seguente tabella mostra la composizione media del rifiuto da costruzione e demolizione prodotto in Italia:

Materiale da costruzione e demolizione% in peso
Calcestruzzo (CLS) non armato10
Calcestruzzo (CLS) armato20
Laterizio50
Asfalti5
Scavi6
Legno, carta, plastica2,5
Metallo3
Varie3,5

Attualmente nel Veneto si producono in media oltre 5.500.000 di tonnellate all’anno di rifiuti da C&D. Di questi più dell’ 80% sono avviati a recupero.

Quali sono le norme di riferimento?

Con DGRV n. 1773 del 28 agosto 2012 la Giunta Regionale del Veneto ha approvato una Linea Guida recante “Modalità operative per la gestione dei rifiuti da attività di costruzione e demolizione. D.Lgs. 03.04.2006 e s.m.i., n. 152; L.R. 3/2000”.
Con tale documento sono state fornite un insieme di indicazioni operative per una migliore gestione delle problematiche legate alla produzione e alla gestione dei rifiuti nel settore delle costruzioni e demolizioni sia nel luogo di produzione, sia negli impianti in cui questi vengono trasformati in nuovi prodotti.
I rifiuti speciali – pericolosi o meno – annualmente prodotti in Regione Veneto in corrispondenza di cantieri ove sono effettuate attività di costruzione e demolizione costituiscono un’elevata percentuale dei quantitativi di rifiuti complessivamente prodotti.
Una loro corretta gestione fin dalla fase di produzione costituisce quindi elemento chiave per consentire il rispetto della gerarchia comunitaria in tema di rifiuti, garantendo la riduzione della produzione dei rifiuti e l’ottimizzazione del recupero di materiali.
Il Documento affronta in modo unitario, per la prima volta in ambito regionale, i vari aspetti connessi con la produzione e la gestione di tali rifiuti, sia nel luogo di produzione (cantiere), sia negli impianti - fissi e mobili, operanti con autorizzazione ordinaria o in regime semplificato - in cui questi vengono trasformati in nuovi prodotti.
Particolare risalto assume l’incentivazione della cosiddetta “demolizione selettiva” quale soluzione più efficace per ridurre i quantitativi dei rifiuti prodotti e per favorire la separazione e l’avvio a un recupero più efficiente delle frazioni separate.
Con DGRV 1060 del 24 giugno 2014, modificata con DGRV 439/2018 sono state inoltre approvate le “Modalità operative per la gestione e l’utilizzo nel settore delle costruzioni di prodotti ottenuti dal recupero di rifiuti"

Come recuperarli ?

L’impianto di recupero dei rifiuti da C&D dovrebbe essere in grado di suddividere il materiale in ingresso fondamentalmente in tre flussi:

  • materiale lapideo nuovamente utilizzabile (95%);
  • frazione metallica (0,1 %);
  • frazione indesiderata (carta, plastica, legno, impurezze, ecc).

Gli impianti possono essere fissi o mobili. Il valore economico del materiale riciclato aumenta con la qualità del prodotto, che a sua volta dipende dalla qualità del rifiuto in ingresso.

Le fasi necessarie per ottenere un prodotto di buona qualità sono:

  • controllo di qualità del materiale in ingresso;
  • preliminare separazione della frazione fine, che non viene addotta alla frantumazione;
  • riduzione granulometrica (frantumazione);
  • separazione dei metalli;
  • raffinazione;
  • rimozione della frazione leggera.

La fase critica dell’intero processo è la frantumazione. Gli elementi più negativi di impatto sull’ambiente sono la produzione di polveri e le emissioni sonore.
In tutte le fasi del processo vanno pertanto adottate opportune misure di contenimento delle polveri e del rumore.
Mediante il riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione è possibile produrre un materiale che può sostituire la materia prima vergine almeno per gli usi meno nobili quali la realizzazione di:

  • sottofondi stradali ossia la parte sottostante la pavimentazione stradale, la quale deve essere protetta dall’azione dell’acqua e del gelo;
  • sottofondi per capannoni industriali;
  • sovrastruttura stradale;
  • recupero ambientale ossia per la restituzione di aree degradate ad usi produttivi o sociali attraverso rimodellamenti morfologici;
  • piazzali.

L’utilizzo di questi materiali nel settore edile incontra al momento alcuni ostacoli.

Particolarità

Le caratteristiche prestazionali dei materiali recuperati dai rifiuti C&D

Nel D.M. 5/2/98 come modificato dal Decreto 5/4/06 n. 186 sono contenute tutte le indicazioni per lo svolgimento dell’attività di recupero in regime semplificato dei rifiuti da costruzione e demolizione. In particolare, al punto 7.1.4, sono specificate quali possano essere le caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: materie prime secondarie per l’edilizia con caratteristiche conformi all’Allegato C della Circolare del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio 15/7/2005 n. 5205.

La Circolare 15/7/05 n. 5205 recante “Indicazioni per l’operatività nel settore edile, stradale e ambientale, ai sensi del Decreto Ministeriale 8 Maggio 2003 n. 203”, è stata emanata per l’applicazione, relativamente al settore edile, stradale e ambientale, del D.M. 8/5/2003 n. 203 sul Green Public Procurement (GPP) che prevede l’obbligo di copertura del fabbisogno annuale di manufatti e beni da parte degli enti pubblici e delle società a prevalente capitale pubblico, con una quota di materiali riciclati non inferiore al 30% (importo annuo). Tale obbligo è rivolto anche alle opere pubbliche e si impone alle P.A. di prevedere, nei capitolati d’appalto, l’impiego di materiali riciclati.
Tuttavia l’obbligo si genera nel momento in cui i prodotti iscritti al repertorio del riciclaggio hanno prestazioni conformi rispetto ai materiali realizzati a partire da materiali vergini.
Le caratteristiche prestazionali degli aggregati riciclati sono definite in maniera differente a seconda delle destinazioni d’uso, di seguito elencate e identificate con lettera C e numero progressivo, nell’ allegato C della Circolare 15/7/05 n. 5205:

C1: corpo dei rilevati;
C2: sottofondi stradali;
C3: strati di fondazione (delle infrastrutture di trasporto e di piazzali civili e industriali);
C4: recuperi ambientali, riempimenti, colmate;
C5: strati accessori aventi funzioni antigelo, anticapillare, drenante, ecc..

I parametri che danno maggiori problemi e influenzano la qualità dei prodotti finali sono:

  1. qualità dei fini (si valuta mediante l’Equivalente in sabbia): presenza di fini dannosi, tipo limi e argille, responsabili di comportamenti plastici della miscela;
  2. indice di forma: presenza di granuli allungati;
  3. resistenza a frammentazione (prova Los Angeles): presenza di elementi teneri, quali ad es. i laterizi, parametro importante per la determinazione della variabilità della granulometria del materiale riciclato.

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