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Rifiuti sanitari

Che cosa sono i Rifiuti Sanitari?

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Si definiscono “Rifiuti Sanitari” quei rifiuti che derivano da strutture pubbliche e private che svolgono attività  medica e veterinaria di prevenzione, di diagnosi, di cura, di riabilitazione e di ricerca (DPR n. 254/2003, art. 2).

Ai sensi della normativa vigente, i rifiuti sanitari sono distinti nelle seguenti tipologie:

  • rifiuti sanitari non pericolosi;
  • rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani;
  • rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo;
  • rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo;
  • rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di smaltimento;
  • rifiuti da esumazioni e da estumulazioni, nonché i rifiuti derivanti da altre attività cimiteriali, esclusi i rifiuti vegetali provenienti da aree cimiteriali;
  • rifiuti speciali, prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che come rischio risultano analoghi ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo, con l’esclusione degli assorbenti igienici.

Quali sono le norme di riferimento?

Con il DPR n. 254 del 15 luglio 2003 è stato approvato il regolamento recante la disciplina della gestione dei rifiuti sanitari con lo scopo di garantire elevati livelli di tutela dell'ambiente e della salute pubblica, nonché un efficace sistema di controlli. Tale provvedimento mantiene le caratteristiche di specialità nell’ambito della regolamentazione dei rifiuti, rimanendo comunque inserito nel quadro più generale dei principi espressi prima dal D.lgs. n. 22/1997 e successivamente dal D.lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii.. Così, ad esempio, la classificazione del rifiuto viene effettuata con il consueto criterio dell’attribuzione dei codici CER e gli obblighi amministrativi di gestione dei rifiuti rimangono inalterati ove non diversamente specificato dal decreto.

Come gestirli?

Per ciascuna tipologia di rifiuti sanitari il DPR n. 254/2003 indica la modalità di gestione appropriata rimandando, dove non diversamente specificato, agli obblighi amministrativi di gestione dei rifiuti riportati nel D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.

Rifiuti sanitari non pericolosi: sono assoggettati al regime giuridico e alle modalità di gestione previste per i rifiuti non pericolosi.

Rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani: se il rifiuto non presenta caratteristiche di pericolosità e non è a rischio infettivo, è assoggettato al regime giuridico e alle modalità di gestione dei rifiuti urbani.

Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo: sono assoggettati al regime giuridico e alle modalità di gestione previste per i rifiuti non pericolosi.

Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo: sono rifiuti che devono essere gestiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni. Le operazioni di deposito preliminare, raccolta e trasporto restano sottoposte al regime generale dei rifiuti pericolosi. Questi rifiuti devono essere direttamente smaltiti mediante termodistruzione oppure sterilizzati in impianti autorizzati (l’autorizzazione non è richiesta se la struttura sanitaria provvede in proprio alla sterilizzazione dei rifiuti da essa stessa prodotti).

Rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di smaltimento: si tratta dei rifiuti specificati nell’elenco riportato all’art. 2, comma 1, lettera h, del DPR  254/2003, i quali devono essere smaltiti mediante incenerimento. Per quanto riguarda invece organi, parti anatomiche non riconoscibili e piccoli animali da esperimento, questi vengono gestiti con le stesse modalità dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.

Rifiuti da esumazioni e da estumulazioni: tali rifiuti devono essere raccolti separatamente dagli altri rifiuti urbani e, qualora si renda necessario per garantire una maggiore razionalità del sistema di raccolta e trasporto, possono essere depositati in un’apposita area confinata all’interno del cimitero adeguatamente racchiusi in appositi imballaggi a perdere. I rifiuti da esumazione ed estumulazione devono essere avviati al recupero o smaltiti in impianti autorizzati.

Rifiuti speciali, prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che come rischio risultano analoghi ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo, con l’esclusione degli assorbenti igienici: devono essere gestiti con le stesse modalità previste per i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.

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