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09-11-2022 11:21AAV, 20 gennaio 2016 – Un fiume o un lago sono ecosistemi complicati e assai delicati, piccoli universi in cui possono entrare in conflitto i numerosi e diversi usi che ne fa l’uomo: idroelettrico, potabile, irriguo oppure sportivo, solo per citarne alcuni. Spesso inoltre chi vive “a valle” e chi vive “a monte” di un corso d’acqua ha interessi in contrasto, basti pensare ai pescatori rispetto ai gestori delle dighe oppure a chi è a favore dell’uso idroelettrico rispetto a chi rivendica la tutela del paesaggio alpino.
Per proteggere tali ecosistemi è quindi necessario trovare un equilibrio tra le varie esigenze attraverso un approccio partecipativo vale a dire facendo dialogare tutti coloro che hanno un interesse, partendo dalle istituzioni per arrivare ai singoli cittadini. E’ questo l’obiettivo del progetto europeo SPARE sulla gestione, il miglioramento della condizione e la conservazione degli ecosistemi acquatici alpini previsto nell’ambito del Programma Interreg – Spazio Alpino selezionato a metà dicembre nella lista dei primi progetti che verranno finanziati per il periodo 2014-2020, in tutto nove le proposte con una allocazione complessiva di fondi europei pari a 16,74 mln €.
Il leader di SPARE è l’Università BOKU di Vienna affiancata da ARPA Veneto e ARPA Valle d’Aosta oltre a partner di Francia, Slovenia, Svizzera e Liechtenstein. A ognuno il compito di studiare un corso d’acqua: Soča in Slovenia, Dora Baltea in Italia, Drôme in Francia, i corsi d'acqua dell'Alta Austria e dell'Engadina in Svizzera. I casi studio serviranno da test per esperienze che saranno replicate sul territorio locale. Il progetto durerà 3 anni.