Ultimo aggiornamento
08-11-2024 11:59
(AAV) 8 novembre -
Il contrasto in modo attivo alle specie esotiche invasive diventa di fondamentale importanza per il mantenimento del funzionamento degli habitat naturali: le specie invasive sono la seconda causa di perdita di biodiversità dopo la frammentazione degli habitat e il mantenimento di comunità diversificate e stabili di specie autoctone rende gli ambienti più resilienti ai cambiamenti climatici.
Le specie esotiche invasive hanno sviluppato la capacità di costituire e mantenere popolazioni vitali allo stato selvatico, che si sviluppano talmente bene da rappresentare una vera e propria minaccia, in alcuni casi provocando danni economici di entità rilevante e alterando le condizioni fisico-chimiche dei siti dove si insediano.
I due casi studio affrontati in Veneto hanno riguardato due specie altamente invasive.
Lagarosiphon major, in passato commercializzata come pianta ossigenante per acquari e laghetti ornamentali, è una pianta originaria dell’Africa meridionale che è in grado di crescere in modo massivo e modificare i parametri ambientali dei siti che colonizza da un punto di vista chimico e fisico, e ormai viene abitualmente rilevata durante i monitoraggi eseguiti sul lago di Garda a diversi intervalli di profondità.
Ludwigia hexapetala, nativa dell’America centrale e meridionale introdotta in Europa come pianta ornamentale, colonizza rapidamente ambienti acquatici e ripari formando densi tappeti nell’ambiente naturale ed è stata rilevata in Veneto in alcuni siti situati in zone di pianura; la diffusione della specie è facilitata laddove gli ambienti sono già disturbati.
Il 29 e 30 ottobre a Treviso si è tenuta la prima edizione del corso “Macrofite esotiche invasive in ambito fluviale e lacustre e loro contrasto”, organizzato da ARPAV con relatrice Maria Rita Minciardi dell’Enea di Saluggia.
Il corso si è rivolto a operatori che effettuano campionamenti nei fiumi e nei laghi, ma anche a chi è coinvolto nella valutazione dei Piani di monitoraggio ambientale delle grandi opere, nelle VIA e nelle VINCA. Ha inoltre visto il coinvolgimento di tecnici di altre Agenzie vicine (Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) che operano su tematiche analoghe, oltre che dell’Università di Padova.
L’obiettivo è stato quello di fornire strumenti utili per poter contribuire in modo attivo al contrasto alla diffusione delle specie vegetali esotiche invasive nei corpi idrici fluviali e lacustri. In quest’ottica diventa fondamentale il contributo delle Agenzie all’interno di una collaborazione tra i diversi soggetto coinvolti nella gestione delle specie invasive - amministrazioni locali, Regioni, Agenzie, Università e cittadini - per un’attività di contrasto.



