Ultimo aggiornamento
01-07-2025 15:42Tags
emergenze
(AAV), 1 luglio -
Giovedì 26 giugno alle 21.45 i vigili del fuoco hanno allertato il referente di pronta disponibilità del dipartimento provinciale Arpav di Belluno per l’affioramento di prodotti petroliferi in una vasca di contenimento della colata di detriti di Cancia a Borca di Cadore. A causa delle fortissime piogge, la colata era in atto e non vi erano le condizioni di sicurezza per operare nell’immediato. E’ stato concordato quindi con la centrale operativa dei vigili del fuoco di operare il giorno successivo, al ristabilirsi delle condizioni di sicurezza.
La mattina di venerdì 27 giugno, recandosi nei luoghi coinvolti, i tecnici hanno appreso che la perdita di idrocarburi era stata causata da un serbatoio di nafta, di cui non era nota l’esistenza, presumibilmente a servizio di un edificio demolito nel 2011 per costruire le vasche di contenimento della colata poste a presidio dell’abitato di Borca. La contaminazione stava interessando il torrente Boite, il lago di Vodo di Cadore e il lago di Valle di Cadore.
Presso il lago di Vodo Enel aveva prontamente chiuso le paratie e la derivazione ed attivato lo scarico di fondo, riuscendo a contenere la massa oleosa. Poiché lo sbarramento di Valle di Cadore non è dotato di scarico di fondo, i tecnici Arpav hanno valutato con la massima urgenza di recarsi nel lago per monitorare la situazione ambientale.

In galleggiamento sul lago era visibile un'estesa macchia di nafta. Riscontrata la serietà della situazione la squadra ha provveduto ad avvisare gli interlocutori istituzionali, raccordandosi con i Sindaci, la Polizia Locale, la Provincia di Belluno, la Protezione Civile, Enel, una ditta specializzata, in parte già sul posto, in parte sopraggiunti nell’immediato.

Si è quindi provveduto al posizionamento di una prima barriera di panne assorbenti davanti allo sfioro della diga di valle. Inoltre, analoga operazione è stata fatta in prossimità di Davestra e a Soverzene per intercettare eventuali contaminazioni (non era risultato possibile posizionare le panne a Perarolo, prima della confluenza con il fiume Piave, a causa dell’elevata corrente). Le barriere di ritenuta si mostravano efficaci nel fermare gli idrocarburi in galleggiamento.
Messa, per quanto possibile, in sicurezza ambientale la zona della diga di Valle, i tecnici si sono recati presso la diga di Vodo. Le paratie risultavano alzate e l'invaso scaricava dal fondo. A ridosso delle paratie si era accumulata una buona quantità di nafta, mentre altra nafta, per effetto della corrente, si stava spostando verso le sponde del lago. La diga stava trattenendo tutto l'inquinante in arrivo. Verificato che la diga di Vodo era un efficace sbarramento al propagarsi dell'onda inquinante, i tecnici si sono recati presso la frana di Borca per valutare la messa in sicurezza della sorgente dell'inquinamento.

Verso le 13, giunti al luogo della frana di Borca di Cadore a Cancia, i tecnici hanno constatato l’affluire dal terreno di nafta che si accumulava in un bacino a ridosso delle barriere della vasca di contenimento fino a confluire nel vicino canale da cui si riversava nel torrente Boite. Sul posto era presente personale degli Enti coinvolti e della ditta specializzata che stava provvedendo a mettere in opera delle panne e della sepiolite per assorbire la fuoriuscita di nafta.
Erano quindi in corso le operazioni di ricerca della fonte primaria di inquinamento e con le massime cautele si stava operando ad uno scavo ai fini di mettere in evidenza la presunta cisterna.
Le operazioni hanno permesso di localizzare una cisterna contenente ancora della nafta per un'altezza circa di 1,5 metri. La cisterna è stata messa per quanto possibile in sicurezza, approntando un sistema di assorbimento in maniera da evitare successivi percolamenti e programmando per il giorno 30 giugno l’aspirazione del liquido e la rimozione del serbatoio.Alle 15:30 Arpav ha partecipato alla riunione in Prefettura convocata per la gestione dell’emergenza.
Sabato 28 giugno la squadra di pronta disponibilità Arpav si è recata nei luoghi interessati dall'ondata di inquinante del 27 giugno per monitorare la situazione. Presso la centrale di Soverzene, in prossimità delle paratie erano state collocate dai vigili del fuoco delle barriere che avevano trattenuto la parte superficiale organica trasportata dal Piave; non risultavano presenti iridescenze e le barriere stavano efficacemente funzionando.
Presso il lago di Valle stava operando la ditta incaricata da Enel che era riuscita a concentrare l'inquinante ed aspirare mediante skimmer, tuttavia, a seguito della brezza che spirava da valle verso monte, a partire circa dalle 10 l'inquinante si stava disperdendo nel lago. La ditta decideva quindi di prolungare anche al giorno successivo le operazioni di bonifica.
Presso il lago di Vodo si era accumulato ancora un ingente quantitativo di nafta che veniva comunque trattenuta dallo sbarramento ma necessitava di un intervento di aspirazione da parte della ditta specializzata.
Presso la frana di Borca i tecnici hanno potuto riscontrare che erano stati messi in atto accorgimenti per evitare il più possibile il dilavamento della nafta della cisterna ancora presente. Era stato aspirato l'inquinante depositato nei dintorni.
Domenica 29 giugno il responsabile di area di Enel Green Power comunicava la fine delle operazioni di pulizia e bonifica del lago di Valle e la continuazione delle operazioni presso il lago di Vodo.
Lunedì 30 sono proseguite le attività di controllo e vigilanza da parte del personale del dipartimento Provinciale di Belluno. In mattinata tutta la nafta all’interno della cisterna è stata aspirata. A causa del maltempo l’operazione di rimozione della cisterna sono state riprogrammate per la mattinata del 1 luglio.
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