Vai al contenuto

Aggiornamento Piano Aria del Veneto: ARPAV fornirà il supporto tecnico-scientifico alla Regione

Le misure rilevate sugli inquinanti atmosferici, le stime di emissioni provenienti dalle principali fonti che contribuiscono all’inquinamento dell’aria, i modelli per l’elaborazione di scenari di contenimento degli inquinanti atmosferici: sono questi alcuni degli elementi che Arpav mette a disposizione della Regione del Veneto per aggiornare il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera, PRTRA.

Notizia
Data di pubblicazione:

Aggiornamento Piano Aria del Veneto: ARPAV fornirà il supporto tecnico-scientifico alla Regione

Le misure rilevate sugli inquinanti atmosferici, le stime di emissioni provenienti dalle principali fonti che contribuiscono all’inquinamento dell’aria, i modelli per l’elaborazione di scenari di contenimento degli inquinanti atmosferici: sono questi alcuni degli elementi che Arpav mette a disposizione della Regione del Veneto per aggiornare il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera, PRTRA.

La Giunta regionale ha ritenuto, infatti, di avviare la procedura di aggiornamento del Piano Aria, anche in risposta alle richieste della Commissione Europea di limitare i superamenti dei valori inquinanti ed alla direttiva 2008/50/CE per il miglioramento qualitativo dell’aria.

ARPAV con DGR 1537/2021 è stata incaricata dalla Regione di fornire gli elementi tecnico-scientifici per poter valutare, dati alla mano, misure più efficaci al risanamento e al mantenimento dei valori di qualità dell’aria entro i limiti previsti dalla legge. Il tutto tenendo conto delle varie strategie intraprese a livello nazionale e delle specifiche azioni attivate a livello di Bacino Padano, anche nell’ambito del progetto europeo LIFE Prepair a cui partecipano le regioni del bacino padano e alcune Agenzie Ambientali, tra cui Arpav.
L’aggiornamento del Piano si concentrerà sulla definizione di misure strutturali finalizzate alla riduzione delle emissioni di particolato e dei suoi precursori, in particolare ossidi di azoto e ammoniaca, che contribuiscono maggiormente alla formazione della componente secondaria del particolato PM10. Si ricorda che la componente secondaria si somma alla componente primaria emessa direttamente dalle attività antropiche. Le misure strutturali di riduzione delle emissioni riguarderanno prioritariamente i settori del riscaldamento domestico, efficientamento energetico degli edifici, agricoltura e trasporti, coerentemente con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 09:58

Questa pagina ti è stata utile?