Vai al contenuto

Permanet

Il progetto prevede la creazione di una rete di stazioni di monitoraggio del permafrost, lo strato di suolo permanentemente ghiacciato, per monitorare la sua evoluzione in ambito alpino.

L'attività della rete di stazioni di monitoraggio del permafrost consentirà di seguire la sua evoluzione anche nell’ottica di possibili futuri dissesti idrogeologici dovuti alla sua progressiva riduzione, imputabile all’innalzamento delle temperature degli ultimi decenni.
Al termine del progetto verrà prodotta una mappa dell’estensione del permafrost potenziale su tutto l’arco alpino, sulla base dei dati forniti dai vari partners che partecipano al progetto.
Il progetto europeo PERMANET (Permafrost Long-Term Monitoring Network - Rete di monitoraggio a lungo termine del permafrost) coinvolge, infatti, tutti i paesi che gravitano attorno alla catena alpina, eccetto la Slovenia.
ARPAV partecipa al progetto, mediante una convenzione con la Regione Veneto-Ufficio Geologia, come subcontractor.

Il progetto, iniziato nel 2008, si concluderà nel corso del 2011.

Attività previste dal progetto:

Perforazione

Installazione della strumentazione

Per monitorare l’andamento termico nel sottosuolo, il Centro Valanghe di Arabba ha curato la realizzazione del sito di monitoraggio del Piz Boè, sul Gruppo del Sella, a quota 2908 m. Nel sito, attraverso la perforazione della roccia per una profondità di 30 metri, è stata inserita una catena termometrica costituita da 16 sensori di temperatura. Ad essa è stata associata una stazione meteorologica dotata di sensore termometrico, igrometrico, radiometrico (a onde lunghe e onde corte), nivometrico (sensore a ultrasuoni) e anemometrico (sensore sonico a ultrasuoni per velocità e direzione del vento).

Indagini geofisiche

Misure geoelettricheARPAV ha realizzato le indagini geofisiche (ERT-Tomografia di resistività geoelettrica) su un rock glacier [foto a fianco] a circa 300 m a NE del Piz Boè nel gruppo del Sella, ad una quota di 2950 m, in cui aveva già effettuato rilievi nel 2004 Come mostra la foto, il rock glacier è una pietraia di blocchi rocciosi e di ghiaccio in varie forme, dotata di una certa mobilità per l'azione gravitativa. Attreverso le nuove misure è stato possibile evidenziare eventuali variazioni significative intercorse negli ultimi anni.  

Realizzazione di un Data Base dei rock glaciers veneti

Rock glacier Piz BoéARPAV, nel 2004, avviò la realizzazione di un data base relativo ai rock glaciers presenti sul territorio regionale con lo scopo di porre le basi per l'avvio dell'inventario delle forme periglaciali presenti nel territorio regionale. L'indagine si limitò tuttavia al bacino del torrente Cordevole su un’area di 820 km2.


Successivamente, sulla base delle ortofoto del 2003 e del 2006, con l’aggiunta di informazioni desunte dal Modello digitale del terreno (DTM), l’analisi è continuata per la totalità del territorio regionale, costituito da circa 5500 km2, sul quale sono stati individuati i rock glaciers presenti.
Questo lavoro ha permesso di classificare i rock glaciers come:

  • intatti, cioè caratterizzati da presenza di ghiaccio sepolto;
  • relitti, quelli dove il ghiaccio risultava presumibilmente assente.
    Si è inoltre tentato di suddividere gli intatti in due sottoclassi (attivi o inattivi), in funzione del fatto che essi siano in movimento gravitativo oppure no, anche se risulta difficile dalla sola analisi delle foto aeree stabilire con certezza la loro effettiva natura.
    Per ogni rock glacier si è proceduto alla classificazione in base a lunghezza e larghezza (lobato o tongue shape) e alla sua caratterizzazione, in funzione della sua collocazione (versante o circo) e alla presenza di vegetazione, sia sulla fronte che sul corpo, elemento fondamentale per stabilire la sua attività.

Realizzazione di una mappa di permafrost potenziale

Nel 2004, sempre per il bacino del Cordevole, fu commissionata all’Istituto Federale Svizzero per lo Studio della Neve e delle Valanghe di Davos (SLF) la realizzazione di una mappa di permafrost potenziale realizzata mediante il Modello Alpine 3D, fatto girare sulla base di dati di input provenienti da una serie di stazioni meteorologiche rappresentative e da mappe di uso del suolo e geologiche fornite dalla Regione Veneto. Con il progetto Permanet l’analisi è stata estesa a tutto il territorio montano regionale e a breve saranno disponibili i risultati.

Analisi chimiche

Fra la primavera e l’autunno 2010 si è svolta, inoltre, l'attività di analisi chimica dellLago gelatoa neve e delle acque. A tale scopo sono stati prelevati campioni di neve e acqua, questi ultimi dalla sorgente a valle del rock glacier e nel lago sottostante (Lago Gelato, riportato nella foto sotto), al fine di verificare eventuali variazioni stagionali, in relazione agli apporti meteorici oppure al contributo derivante dalla fusione del permafrost presente.

I campioni sono stati analizzati presso l’Università di Venezia, determinando sia i parametri di base che una serie di altri composti ed elementi in tracce utili per la definizione delle caratteristiche idrochimiche:

  • pH;
  • conducibilità elettrica;
  • specie ioniche principali (anioni: Cl-, NO2-, NO3-, SO42-; cationi: Na+,
    K+, NH4+, Mg2+, Ca2+);
  • fosforo totale (Ptot);
  • silice disciolta (Si);
  • carbonio organico totale (TOC);
  • elementi in tracce e metalli pesanti (Fe, Al, Li, Rb, Sr, Be, Cs, Ti, V,
    Mn, Ba, Ga, Sc, Ag, Sb, Tl, Pb, Th, U, Bi, Cd, Cr, Co, Ni, Cu, Zn, As);
  • terre rare (Sc, Y, La, Ce, Pr, Nd, Pm, Sm, Eu, Gd, Tb, Dy, Ho, Er, Tm,
    Yb, Lu);
  • isotopi stabili di H e O.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:56

Questa pagina ti è stata utile?