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Monitoraggio

Il monitoraggio idrometrico

Il livello idrometrico dei principali corsi d’acqua del Veneto è rilevato attraverso una rete di 85 stazioni automatiche in grado di monitorare lo stato della risorsa idrica e di seguire l'evoluzione di eventi di piena.

Le stazioni misurano ogni 10 minuti il livello idrometrico e, in alcune sezioni, la velocità dei principali corsi d’acqua della regione.

La misura idrometrica si riferisce all'altezza colonna del livello dell’acqua (in metri) al di sopra di un determinato riferimento che, solitamente, è lo "zero dell'asta idrometrica della stazione", chiamato comunemente “zero idrometrico”. Leggi di più

I sensori per le misure del livello idrometrico

Il monitoraggio delle portate

Le misure per il rilievo della velocità e della portata defluita in alcune sezioni dei principali fiumi hanno diversi scopi:

  • definizione e aggiornamento delle scale di deflusso (relazione tra i livelli idrometrici osservati e le portate defluite), con misure realizzate in tutti i regimi idrologici cioè in presenza di poca, normale fino ad eccezionale quantità di acqua
  • campagne conoscitive di studio e approfondimento del comportamento idrologico dei corsi d’acqua
  • campagne conoscitive per la verifica del deflusso minimo vitale/deflusso ecologico
  • monitoraggio quantitativo delle sorgenti
  • monitoraggio quantitativo a supporto delle valutazioni dello stato di qualità ambientale dei corpi idrici.

Arpav dispone di diversi strumenti per la misura delle portate, utilizzati a seconda delle caratteristiche della sezione del fiume e delle condizioni idrauliche: profilatori acustici ad effetto Doppler (Acoustic Doppler Current Profiler, ADCP), misuratori di velocità ad elica e a induzione magnetica, misuratori radar di velocità superficiale, misuratori di conducibilità. approfondisci

Il monitoraggio freatimetrico

Gli acquiferi sotterranei accumulano l’acqua piovana, direttamente o attraverso l’infiltrazione da corsi d’acqua, che penetra in zone permeabili del terreno scendendo in profondità nel sottosuolo. Quando incontra delle rocce impermeabili o altri stati poco permeabili (limi e argille), l’acqua arresta il suo corso o viene confinata, accumulandosi: la quota più alta della zona di accumulo non confinata tra strati poco permeabili è detto livello di falda freatica. Il monitoraggio delle falde freatiche superficiali fornisce informazioni per la valutazione dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei, permettendo così di monitorare le variazioni e le dinamiche del sistema idrogeologico regionale.

Le falde dell’alta pianura hanno fasi di ricarica o di esaurimento lunghe anche parecchi mesi, con un andamento stagionale abbastanza regolare; stagioni piovose o siccitose possono avere effetti sui livelli di falda anche per 1-2 anni. Le falde di media e bassa pianura hanno fasi di ricarica più veloci, entro qualche giorno o poche settimane rispondono agli input delle precipitazioni, e hanno un andamento stagionale meno regolare.

L’analisi di serie temporali di lungo termine è interessante soprattutto per le falde di alta pianura. Grazie alla maggiore regolarità stagionale è possibile valutare la quantità della risorsa idrica disponibile confrontando i livelli attuali con quelli medi degli ultimi anni e con anni particolarmente abbondanti o siccitosi.

La rete freatimetrica di Arpav per il monitoraggio quantitativo della risorsa idrica sotterranea si compone, ad oggi, di oltre 50 stazioni che negli ultimi anni hanno avuto una buona continuità di dati a cui si aggiungono circa 10 stazioni con serie più discontinue. Circa 25 stazioni sono in continuità con i punti che erano monitorati dall’Istituto idrografico il che permette di avere serie storiche, anche se non sempre continue, di oltre 50 e in alcuni casi di oltre 80 anni.

Nel periodo che va dal 2008 al 2015 è stata completata l’automazione di tutte le stazioni con strumenti che registrano il dato a livello orario e lo trasmettono a cadenza giornaliera. Oltre ai dati delle stazioni citate, Arpav possiede anche un certo numero di serie storiche sia con misure gestite in autonomia sia con dati forniti da altri enti pubblici o privati.

L’importanza del monitoraggio su lunghi periodi dei livelli freatici per la stima delle risorse idriche sotterranee disponibili, è stata rimarcata in ambito europeo dalla Direttiva EU 2000/60.

Ultimo aggiornamento

24-08-2023 16:21

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