Ultimo aggiornamento
20-03-2024 14:55Tags
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(AAV) 20 marzo –
Arpav ha valutato la qualità dell’aria nel comune di San Giovanni Lupatoto (VR) con una campagna di monitoraggio realizzata con un laboratorio mobile in via Ugo Foscolo, dal 3 marzo al 2 maggio 2023 e dall’1 novembre al 1 gennaio 2024.
Biossido di zolfo e monossido di carbonio non risultano critici nel sito considerato, in analogia con quanto accade negli altri siti della provincia di Verona. Anche biossido di azoto e benzene mostrano concentrazioni che non superano i limiti normativi. La concentrazione media di benzo(a)pirene, pur non evidenziando il superamento del limite normativo, pari a 1 ng/m3 (nano grammo al metrocubo) sulla media annua, mostra valori piuttosto elevati in periodo invernale, superiori a quelli rilevati presso la stazione di riferimento di Verona-Giarol.
Le polveri PM10 nel periodo invernale rappresentano gli inquinanti più critici misurati nel corso del monitoraggio a San Giovanni Lupatoto, in analogia con quanto accade per le stazioni fisse di riferimento della rete ARPAV. La concentrazione di PM10 ha superato il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana per 22 giorni su 116 di misura (19% del periodo) e il suo valore medio nei due periodi di monitoraggio è stato 32 μg/m3(microgrammi al metrocubo). La stazione di riferimento di Verona-Giarol evidenzia concentrazioni confrontabili e permette di stimare il rispetto del limite normativo sulla media annuale di PM10 e il superamento del valore limite sulla media giornaliera per un numero di giorni superiore ai 35 consentiti.
L’ozono non ha superato alcun limite. Questo è da attribuire alle condizioni meteorologiche del periodo di monitoraggio, che non sono mai state favorevoli alla formazione di questo inquinante. Dal confronto con i dati della centralina di riferimento di Verona-Giarol, è ragionevole attendersi il manifestarsi di superamenti in periodo estivo, con condizioni meteorologiche più critiche.
L’analisi delle condizioni meteorologiche ha evidenziato la prevalenza di condizioni poco dispersive a causa della scarsa ventilazione e piovosità, che hanno favorito l’accumulo degli inquinanti: queste si sono verificate per l’80% del primo periodo di monitoraggio e per il 75% del secondo. Inoltre, le condizioni non sono mai state favorevoli alla formazione di ozono.
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