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5 febbraio 2019: giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare

Spreco alimentare: in Italia vale quasi 16 miliardi, e quasi 12 nelle nostre case. Presentati ieri alla FAO i dati Waste Watcher, in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare istituita dal Ministero dell'Ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e l’Università di Bologna. La lotta agli sprechi e alle perdite alimentari ha un ruolo decisivo nella riduzione dell’impronta ambientale della produzione alimentare e nell’assicurare un’adeguata disponibilità di cibo alle generazioni attuali e future. Tutti possiamo dare il nostro contributo acquistando solo ciò che serve realmente, compilando una lista della spesa prima dell’acquisto, scegliendo alimenti locali e di stagione, consultando etichette e scadenze, utilizzando al meglio frigo, freezer e dispensa

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5 febbraio 2019: giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare

Spreco alimentare: in Italia vale quasi 16 miliardi, e quasi 12 nelle nostre case. Presentati ieri alla FAO i dati Waste Watcher, in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare istituita dal Ministero dell'Ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e l’Università di Bologna. La lotta agli sprechi e alle perdite alimentari ha un ruolo decisivo nella riduzione dell’impronta ambientale della produzione alimentare e nell’assicurare un’adeguata disponibilità di cibo alle generazioni attuali e future. Tutti possiamo dare il nostro contributo acquistando solo ciò che serve realmente, compilando una lista della spesa prima dell’acquisto, scegliendo alimenti locali e di stagione, consultando etichette e scadenze, utilizzando al meglio frigo, freezer e dispensa

La prevenzione dello spreco alimentare è uno dei settori prioritari di intervento dell’Unione Europea nell’ambito del Piano d’Azione per l’economia circolare: la produzione, la distribuzione e la conservazione degli alimenti infatti determina un consumo di risorse, e il loro spreco pone problematiche non solo di tipo ambientale ma anche etico. Ecco perché, nell’ambito della strategia per l’economia circolare, l’Unione Europea sta studiando idonee metodologie per quantificare lo spreco alimentare, agevolare la donazione degli alimenti, prima che queste risorse diventino inutilizzabili a fini alimentari e quindi dei rifiuti, fermo restando che, anche come rifiuto, lo scarto alimentare può (e deve) essere recuperato per la produzione di fertilizzanti (compost), biogas, biometano ed energia (elettrica e termica).

Arpav si occupa di economia circolare dall’approvazione, nel dicembre 2015, del cosiddetto “pacchetto sull’economia circolare” e poi, a partire dal luglio 2017, nella realizzazione del progetto europeo CIRCE2020, di cui è lead partner, finanziato nell’ambito del programma INTERREG CE. L’obiettivo è quello di promuovere l’adozione del modello di economia circolare nelle zone produttive dell’area di interesse del progetto (Italia, Austria, Polonia, Ungheria e Croazia), attraverso la realizzazione di esperienze pilota sul modello dell’economia circolare.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 09:57

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