Anche l'ultimo rapporto conferma che i corsi d’acqua monitorati da Arpav nel Veneto possono essere usati a scopo irriguo. La verifica periodica della qualità microbiologica permette di classificare le acque superficiali correnti in classi di usabilità, al fine di salvaguardare i prodotti delle coltivazioni sotto l’aspetto igienico - sanitario, a tutela della salute umana. Per questa caratterizzazione si utilizza il parametro Escherichia coli, uno degli indicatori più rappresentativi per valutare l’idoneità microbiologica all’uso irriguo. Una scala a cinque livelli classifica le acque monitorate, da quelle utilizzabili senza restrizioni fino a quelle non direttamente idonee a fini irrigui.
Arpav dispone di una rete regionale per il monitoraggio delle acque interne che nel biennio 2023-2024 era composta da 419 stazioni di controllo analitico. Di queste stazioni 325 sono state utilizzate per valutare l’idoneità all’uso irriguo tenendo conto dell’uso del suolo, della densità abitativa delle aree circostanti e del numero di dati a disposizione.
Il rapporto presenta i risultati del monitoraggio 2023-2024 articolati in 28 schede, ciascuna con dati e valutazione dell’andamento del tratto fluviale.
L’analisi dei dati indica che l’acqua può essere utilizzata senza restrizioni nel 30% dei tratti considerati, con restrizioni nel restante 70%, ma nessun corso d’acqua monitorato ricade nella classe peggiore per la quale si sconsiglia l’uso ai fini irrigui.
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