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Monitoraggio

I controlli sulla radioattività in Italia sono gestiti da reti di sorveglianza regionali e nazionale. Le Regioni affidano la gestione delle reti regionali alle Agenzie ambientali.

In Veneto la rete di sorveglianza, istituita nel 1988, è coordinata da Arpav ed opera attraverso il laboratorio del Centro Regionale per la Radioattività (CRR) attrezzato per effettuare determinazioni radiometriche su matrici ambientali e alimentari.

La rete regionale di sorveglianza della radioattività

Compito della rete regionale è seguire l’andamento nel tempo della radioattività e la distribuzione spaziale della contaminazione da eventi di ricaduta radioattiva (tipicamente l’incidente di Chernobyl).

Il programma di campionamenti prevede misure e analisi su campioni di alimenti, acque potabili, aria e viene stabilito annualmente in accordo con la Regione del Veneto. Nel programma sono definiti i punti di prelievo, la periodicità, le modalità di campionamento e di misura, le province interessate. Arpav controlla la radioattività nell'aria tramite le stazioni di Verona e Belluno con misure in continuo dell'irradiazione diretta esterna di tipo gamma e la raccolta giornaliera del particolato atmosferico.

Il Centro Regionale per la Radioattività raccoglie ed elabora i dati che trasmette alla Regione e all'Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN) nel contesto della REte di SOrveglianza della RADioattività RESORAD, da quest’ultimo coordinata e di cui fanno parte le Agenzie ambientali di tutta Italia ed altri enti preposti a questa tipologia di misure. manuale della rete RESORAD

radioattività nell'aria

radioattività negli alimenti

gestione delle emergenze radiologiche

Presenza in ambiente di radioattività: il trend

Per quanto riguarda la presenza in ambiente di radionuclidi riconducibili a eventi generali di ricaduta radioattiva, specificatamente quelli con maggior persistenza ambientale (Cs-137 e Cs-134), si osserva che il relativo trend è in linea con gli anni passati e che la loro presenza nell’ambiente è residuale. Per far meglio comprendere la dimensione si osservi che i livelli riscontrati negli alimenti, pari a decimi di Bq/kg, sono molto inferiori ai limiti di accettabilità per il Cs-137 (370 Bq/kg nel latte e nei prodotti per l’infanzia, e 600 Bq/kg negli altri alimenti), previsti dal regolamento UE per la commercializzazione di prodotti alimentari a seguito dell’incidente di Chernobyl.

Sono disponibili e scaricabili i rapporti annuali su tutte le analisi condotte dalla rete regionale dal 2003.

normativa di riferimento

D.Lgs 101/2020, reti di sorveglianza nazionale e regionali
D.G.R. n. 5667 del 06.07.1988, rete di sorveglianza regionale

Ultimo aggiornamento

23-03-2023 15:32

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